IL DSM 5 – Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders

DSM V

IL DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders)

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, noto con l’acronimo DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), è uno strumento fondamentale per i professionisti della salute mentale. Pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA), il DSM è giunto alla sua quinta edizione, il DSM-5, che rappresenta un passo significativo nell’evoluzione della classificazione dei disturbi mentali.



Evoluzione storica del DSM

La prima edizione del DSM risale al 1952. Essa nasceva con l’obiettivo di fornire un linguaggio comune per i professionisti della salute mentale e standardizzare le diagnosi nei vari contesti clinici. Nel corso delle successive edizioni, il DSM ha subito cambiamenti significativi:

  • DSM-I (1952): Conteneva appena 106 disturbi, prevalentemente influenzati dalla psichiatria psicodinamica.
  • DSM-II (1968): Introduce una maggiore attenzione alla descrizione dei sintomi, pur mantenendo una base psicodinamica.
  • DSM-III (1980): Un punto di svolta. Viene adottato un approccio ateoretico e descrittivo, con criteri diagnostici operativi.
  • DSM-IV (1994): Integra una vasta mole di ricerche empiriche, enfatizzando la comorbilità e il contesto culturale.
  • DSM-5 (2013): Frutto di un decennio di ricerche, questa edizione rappresenta un aggiornamento fondamentale nella comprensione e nella classificazione dei disturbi mentali.

Caratteristiche principali del DSM 5

Il DSM-5 si distingue per alcune caratteristiche fondamentali:

  1. Approccio dimensionale: A differenza delle edizioni precedenti, che adottavano principalmente un approccio categoriale, il DSM-5 integra anche dimensioni di gravita e spettro per alcuni disturbi, come il disturbo dello spettro autistico e i disturbi dell’umore.
  2. Integrazione della ricerca scientifica: Ogni modifica e nuova categoria diagnostica è basata su dati empirici solidi, derivati da ricerche cliniche e neurobiologiche.
  3. Attenzione alla cultura e al contesto: Il DSM-5 include strumenti come il “Cultural Formulation Interview” per migliorare la comprensione del contesto culturale nella diagnosi.

Novità introdotte dal DSM-5

Le novità del DSM-5 riguardano diversi aspetti, dalla riorganizzazione dei capitoli alle nuove diagnosi. Tra le più rilevanti troviamo:

  1. Eliminazione dell’Asse Multiaxiale: Il sistema a cinque assi, utilizzato nel DSM-IV per classificare le condizioni cliniche, i disturbi di personalità, i fattori medici e psicosociali, è stato eliminato. Ora tutte le informazioni diagnostiche sono integrate in un unico sistema lineare che facilita la sintesi clinica.
  2. Disturbo dello spettro autistico (ASD): Una delle modifiche più significative riguarda l’unificazione dei sottotipi precedentemente distinti (ad esempio, la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia) in un’unica diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Questo cambiamento riflette una comprensione più moderna e dimensionale di questi disturbi.
  3. Disturbo da lutto persistente complesso: Questa nuova categoria diagnostica riconosce la presenza di un lutto prolungato e intenso che interferisce significativamente con il funzionamento quotidiano, distinguendolo da un normale processo di elaborazione del lutto.
  4. Disturbi legati al trauma e allo stress: Una categoria completamente nuova è stata dedicata ai disturbi derivanti da esperienze traumatiche o stressanti. Disturbi come il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e il disturbo da adattamento sono ora organizzati separatamente dai disturbi d’ansia.
  5. Disturbi da uso di sostanze: È stata eliminata la distinzione tra “abuso” e “dipendenza”. I disturbi da uso di sostanze vengono ora classificati lungo un continuum di gravità, da lieve a grave, sulla base del numero di sintomi soddisfatti.
  6. Disturbo di disregolazione dell’umore dirompente (DMDD): Introdotto per descrivere irritabilità e scoppi d’ira gravi e persistenti nei bambini, riducendo il rischio di diagnosi eccessive di disturbo bipolare nei più giovani.
  7. Disturbo neurocognitivo lieve: Una nuova categoria diagnostica che consente di identificare i primi segni di declino cognitivo senza il livello di compromissione funzionale richiesto per la diagnosi di demenza.
  8. Inclusione di criteri dimensionali: Per alcuni disturbi, come la schizofrenia e i disturbi dell’umore, sono stati aggiunti criteri dimensionali per valutare la gravità dei sintomi, permettendo una valutazione più sfumata.
  9. Maggiore attenzione alla cultura: Il DSM-5 include strumenti specifici, come il “Cultural Formulation Interview”, per identificare e valutare l’impatto dei fattori culturali e contestuali sulla presentazione e interpretazione dei sintomi.
  10. Disturbi alimentari: Sono state ampliate le definizioni di disturbi come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa, e introdotti nuovi criteri per il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder).

Queste modifiche riflettono una maggiore attenzione alle evidenze scientifiche e alle esperienze cliniche, garantendo una comprensione più approfondita e un trattamento più mirato dei disturbi mentali.




Struttura del DSM-5

Il DSM-5 è organizzato in una sequenza logica che riflette lo sviluppo e le interconnessioni tra i disturbi. Le principali sezioni includono:

  1. Sezione I: Introduzione e uso del manuale. Questa sezione spiega i principi generali di utilizzo del DSM-5, fornendo indicazioni su come interpretare i criteri diagnostici e applicarli in contesti clinici e di ricerca.
  2. Sezione II: Criteri diagnostici e codici. Contiene i criteri diagnostici per ogni disturbo mentale, suddivisi in capitoli tematici. Ogni capitolo è organizzato in base alla somiglianza tra i disturbi, partendo da quelli che si manifestano generalmente in età infantile (come i disturbi dello sviluppo neurologico) fino ai disturbi tipicamente associati alla vecchiaia (come i disturbi neurocognitivi). Ogni disturbo è accompagnato da una descrizione dettagliata dei sintomi, delle condizioni di esclusione e delle specifiche diagnostiche, come la gravità.
  3. Sezione III: Misurazioni e modelli emergenti. Questa parte raccoglie strumenti diagnostici innovativi, come scale di valutazione e interviste strutturate, utili per misurare la gravità e l’impatto funzionale dei disturbi. Inoltre, include modelli teorici e categorie diagnostiche ancora in fase di studio, come il modello alternativo per i disturbi di personalità, che propone un approccio dimensionale piuttosto che categoriale.
  4. Appendici: Offrono una serie di risorse aggiuntive, tra cui il glossario dei termini tecnici e culturali, codici ICD-10 utili per la documentazione clinica e sezioni dedicate a considerazioni future nella classificazione diagnostica. Le appendici includono anche un elenco delle modifiche rispetto alle edizioni precedenti e linee guida per l’adattamento dei criteri diagnostici in contesti internazionali o specifici.

Questa struttura riflette un tentativo di rendere il DSM-5 uno strumento più flessibile e utile per clinici, ricercatori e educatori, rispondendo alle esigenze di un panorama diagnostico sempre più complesso e multidimensionale.

Organizzazione dei disturbi mentali all’interno del DSM-5

Il DSM-5 organizza i disturbi mentali in capitoli tematici seguendo un ordine che rispecchia lo sviluppo ontogenetico e le connessioni neurobiologiche tra i disturbi. Questa sequenza consente una maggiore comprensione delle interrelazioni tra le diverse categorie diagnostiche. Le principali categorie includono:

  1. Disturbi dello sviluppo neurologico: Questi disturbi, che comprendono il disturbo dello spettro autistico, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e i disturbi specifici dell’apprendimento, sono tipicamente diagnosticati nell’infanzia e nell’adolescenza.
  2. Disturbi dello spettro schizofrenico e altri disturbi psicotici: Questa sezione include condizioni caratterizzate da alterazioni nella percezione della realtà, come la schizofrenia e il disturbo schizotipico di personalità.
  3. Disturbi dell’umore: Comprende i disturbi depressivi, come la depressione maggiore, e i disturbi bipolari, evidenziando le oscillazioni tra stati di umore elevato e depressivo.
  4. Disturbi d’ansia: Includono il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di panico e le fobie specifiche, caratterizzati da eccessiva paura o ansia.
  5. Disturbi ossessivo-compulsivi e correlati: Come il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD), il disturbo da accumulo e la tricotillomania.
  6. Disturbi correlati a traumi e stress: Comprendono il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e il disturbo da adattamento, riflettendo una reazione a eventi traumatici o stressanti.
  7. Disturbi somatici e correlati: Caratterizzati da sintomi fisici che non trovano spiegazione medica adeguata, come il disturbo di somatizzazione.
  8. Disturbi da uso di sostanze e dipendenze: Include disturbi legati all’abuso e alla dipendenza da sostanze come alcol, droghe e tabacco, nonché dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo patologico.
  9. Disturbi neurocognitivi: Coprono condizioni come il delirium e i disturbi neurocognitivi maggiori e lievi (ad esempio, la demenza di Alzheimer).
  10. Disturbi della personalità: Descrivono modelli di pensiero, comportamento e funzionamento interpersonale pervasivi e disadattivi, come il disturbo borderline di personalità.

Questa organizzazione non solo facilita la diagnosi, ma consente anche un approccio più integrato alla comprensione e al trattamento dei disturbi mentali.



Differenze tra ICD-11 e DSM-5

L’ICD-11 (International Classification of Diseases, 11ª edizione) e il DSM-5 rappresentano due sistemi diagnostici principali utilizzati a livello globale, ma con differenze sostanziali:

  1. Obiettivi e ambito: L’ICD-11 è prodotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed è pensato per essere uno strumento universale che copre tutte le condizioni mediche, comprese quelle psichiatriche. Il DSM-5, invece, si focalizza esclusivamente sui disturbi mentali ed è destinato principalmente ai professionisti della salute mentale, soprattutto negli Stati Uniti.
  2. Struttura e organizzazione: L’ICD-11 presenta una struttura più semplice e adattabile ai contesti globali, con descrizioni diagnostiche meno dettagliate rispetto al DSM-5. Quest’ultimo fornisce criteri diagnostici specifici e dettagliati per ogni disturbo.
  3. Terminologia: Esistono differenze terminologiche significative. Ad esempio, il DSM-5 utilizza il termine “disturbo dello spettro autistico”, mentre l’ICD-11 parla di “disturbi dello sviluppo neurologico” con sottocategorie specifiche.
  4. Classificazione dei disturbi: L’ICD-11 adotta un approccio più integrativo e orientato alla salute pubblica, includendo categorie diagnostiche che riflettono considerazioni culturali e di contesto globale. Il DSM-5, invece, si basa principalmente sulla ricerca scientifica e sull’esperienza clinica nordamericana.
  5. Accessibilità: L’ICD-11 è disponibile gratuitamente online e pensato per essere accessibile a una vasta gamma di utenti, mentre il DSM-5 è distribuito a pagamento.
  6. Utilizzo internazionale: L’ICD-11 è il sistema ufficiale adottato da tutti i paesi membri dell’OMS per la registrazione e la classificazione delle malattie, mentre il DSM-5 è più diffuso negli Stati Uniti e in ambito accademico e clinico.

Queste differenze rendono i due sistemi complementari ma con finalità e approcci distinti. Spesso i professionisti della salute mentale utilizzano entrambi gli strumenti per integrare le informazioni e migliorare la qualità della diagnosi e del trattamento.

Elenco dei disturbi inclusi nel DSM 5 con relativi codici

Disturbi del neuro sviluppo

  • 315.39 (F81.0): Disturbo specifico dell’apprendimento (includendo difficoltà nella lettura, scrittura o calcolo)
  • F84.0: Disturbo dello spettro autistico
  • F90.0: Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
  • F80.0: Disturbi del linguaggio
  • F88: Disabilità intellettive
  • 315.32 (F80.1): Disturbo fonologico
  • F81.81: Disturbo della coordinazione motoria
  • F80.2: Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica)
  • F81.9: Disturbo dello sviluppo neurologico non specificato
  • 315.4 (F81.2): Disturbo della comprensione della lettura
  • 315.1 (F81.3): Disturbo dell’espressione scritta
  • 315.0 (F81.81): Disturbo del calcolo
  • 315.8 (F88): Disturbo dello sviluppo motorio
  • F82: Disturbo dello sviluppo delle funzioni motorie
  • F84.2: Sindrome di Rett
  • F84.3: Altri disturbi disintegrativi dell’infanzia
  • F84.5: Sindrome iperattiva associata a ritardo mentale e movimenti stereotipati

Disturbi dello spettro schizofrenico e altri disturbi psicotici

  • 295.90 (F20.9): Schizofrenia
  • 298.8 (F21): Disturbo schizotipico di personalità
  • 295.70 (F25): Disturbo schizoaffettivo
  • 297.1 (F22): Disturbo delirante
  • 298.9 (F29): Disturbo psicotico senza specificazione
  • 298.8 (F28): Disturbo psicotico breve
  • 293.81 (F06.0): Disturbo psicotico dovuto a condizioni mediche generali
  • 292.11 (F15.93): Disturbo psicotico indotto da sostanze
  • 297.3 (F23): Disturbo psicotico condiviso
  • 298.1 (F23.0): Disturbo psicotico acuto e transitorio

Disturbi bipolari e correlati

  • 296.4x (F31.3-F31.6): Disturbo bipolare I
  • 296.89 (F31.81): Disturbo ciclotimico
  • 296.89 (F31.81): Disturbo bipolare II
  • 296.80 (F31.9): Disturbo bipolare non specificato
  • F31.64: Episodio maniacale con manifestazioni psicotiche
  • F31.75: Episodio depressivo maggiore con manifestazioni psicotiche
  • F31.9: Disturbo bipolare con caratteristiche miste
  • F31.81: Disturbo bipolare associato a condizioni mediche o uso di sostanze

Disturbi depressivi

  • 296.2x (F32): Disturbo depressivo maggiore, singolo episodio
  • F34.1: Distimia (disturbo depressivo persistente)
  • F33: Disturbo depressivo maggiore ricorrente (comprende sottocategorie come F33.0 Episodio attuale lieve, F33.1 Episodio attuale moderato, F33.2 Episodio attuale grave senza manifestazioni psicotiche, e F33.3 Episodio attuale grave con manifestazioni psicotiche)
  • 311 (F32.9): Disturbo depressivo non specificato
  • F32.81: Disturbo disforico premestruale
  • F33.41: Disturbo depressivo con manifestazioni psicotiche
  • F32.89: Disturbo depressivo con caratteristiche miste
  • F32.8: Disturbo depressivo con ansia prominente
  • F33.8: Disturbo depressivo ricorrente con caratteristiche atipiche
  • F34.8: Altri disturbi specifici dell’umore depressivo

Disturbi d’ansia

Disturbi ossessivo-compulsivi e correlati

  • 300.3 (F42): Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD)
  • 312.39 (F63.3): Tricotillomania (disturbo da strappamento dei capelli)
  • 300.7 (F42.3): Disturbo da accumulo
  • 698.4 (L98.1): Disturbo da escoriazione (skin picking)
  • 300.3 (F42.2): Disturbo da ossessioni e compulsioni indotto da sostanze/medicinali
  • F42.8: Disturbo ossessivo-compulsivo con altre manifestazioni specifiche
  • F42.6: Disturbo ossessivo-compulsivo con sintomi correlati a traumi
  • F42.5: Disturbo ossessivo-compulsivo con caratteristiche di insight ridotto
  • F63.8: Disturbi correlati a comportamenti ripetitivi in altre condizioni
  • F42.4: Disturbo da accumulo con insight compromesso
  • F42.3: Altri disturbi ossessivo-compulsivi correlati non specificati

Disturbi correlati a traumi e stress

  • 309.81 (F43.10): Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
  • 309.89 (F43.8): Disturbo da adattamento
  • F43.21: Disturbo da stress acuto
  • F94.1: Disturbo da attaccamento reattivo
  • F94.2: Disturbo da disinibizione sociale
  • F43.22: Disturbo da lutto persistente e complicato
  • F43.20: Disturbo correlato a traumi con dissociazione
  • F43.23: Disturbo correlato a traumi con caratteristiche protratte
  • F43.25: Disturbo correlato a traumi con manifestazioni psicosomatiche
  • F43.8: Altri disturbi correlati a traumi e stress non specificati

Disturbi somatici e correlati

  • 300.82 (F45.1): Disturbo da sintomi somatici
  • F45.29: Disturbo da ansia da malattia
  • F44.1: Disturbo dissociativo
  • F44.81: Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione
  • F45.1: Disturbo da sintomi somatici con dolore predominante
  • F45.8: Altri disturbi somatici specifici
  • F45.9: Disturbo somatico non specificato
  • F45.20: Disturbo da conversione (disturbo dei sintomi neurologici funzionali)
  • F45.21: Disturbo da sintomi neurologici funzionali con crisi non epilettiche
  • F44.7: Disturbo somatiforme con dissociazione
  • F45.22: Disturbo da sintomi somatici con sensibilità chimica multipla
  • F45.23: Disturbo da sintomi somatici con ipocondria prevalente

Disturbi da uso di sostanze e dipendenze

  • F10.20: Disturbo da uso di alcol
  • F10.21: Intossicazione alcolica
  • F10.23: Astinenza da alcol
  • F12.20: Disturbo da uso di cannabis
  • F12.21: Intossicazione da cannabis
  • F14.20: Disturbo da uso di cocaina
  • F14.21: Intossicazione da cocaina
  • F11.20: Disturbo da uso di oppioidi
  • F11.23: Astinenza da oppioidi
  • F15.20: Disturbo da uso di stimolanti
  • F15.21: Intossicazione da stimolanti
  • F15.23: Astinenza da stimolanti
  • F13.20: Disturbo da uso di sedativi, ipnotici o ansiolitici
  • F13.21: Intossicazione da sedativi, ipnotici o ansiolitici
  • F13.23: Astinenza da sedativi, ipnotici o ansiolitici
  • F16.20: Disturbo da uso di allucinogeni
  • F16.21: Intossicazione da allucinogeni
  • F16.23: Disturbo da uso di allucinogeni con persistenza di percezioni alterate (Flashback)
  • F18.20: Disturbo da uso di inalanti
  • F18.21: Intossicazione da inalanti
  • F19.20: Disturbo da uso di sostanze multiple o di altre sostanze
  • F19.21: Intossicazione da sostanze multiple o di altre sostanze
  • F19.23: Astinenza da sostanze multiple o di altre sostanze
  • F63.0: Disturbo da gioco d’azzardo

Disturbi neurocognitivi

  • G30: Disturbo neurocognitivo maggiore dovuto a malattia di Alzheimer
  • F02.80: Delirium
  • F02.81: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve dovuto a malattia cerebrovascolare
  • F02.82: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve dovuto a trauma cranico
  • F02.83: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve dovuto a malattie infettive (ad esempio HIV)
  • F02.84: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve dovuto a malattie neurologiche (ad esempio Parkinson)
  • F02.85: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve associato all’uso di sostanze/medicinali
  • F02.86: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve dovuto a cause multiple
  • F02.87: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve con insorgenza precoce
  • F02.88: Disturbo neurocognitivo maggiore o lieve con sintomi comportamentali

Disturbi della personalità

Disturbi del controllo degli impulsi e della condotta

  • F91.3: Disturbo oppositivo-provocatorio
  • F63.81: Piromania
  • F63.2: Cleptomania
  • F91.1: Disturbo della condotta
  • F91.9: Disturbo della condotta non specificato
  • F63.89: Altri disturbi del controllo degli impulsi
  • F63.3: Disturbo esplosivo intermittente
  • F63.9: Disturbo del controllo degli impulsi non specificato
  • F92.0: Disturbo misto della condotta e delle emozioni
  • F92.8: Altri disturbi misti della condotta e delle emozioni
  • F92.9: Disturbo misto della condotta e delle emozioni non specificato

PSICHIATRIA



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