Il disturbo paranoide di personalità

Il disturbo paranoide di personalità (PPD) è caratterizzato da: persistente, irrealistica tendenza a interpretare le intenzioni e le azioni degli altri come umilianti o minacciose.

disturbo paranoide di personalità



Criteri diagnostici e caratteristiche


Secondo il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali), il disturbo paranoide di personalità è caratterizzato da diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri, tanto che le intenzioni altrui vengono interpretate come malevole; viene incluso nel cluster A dei disturbi di personalità.

Cluster A: È caratterizzato dall’apparire strano o eccentrico.
Esso comprende i seguenti disturbi di personalità:

  • PARANOIDE
  • SCHIZOIDE
  • SCHIZOTIPICO

La sospettosità del Disturbo paranoide è riscontrabile nella prima età adulta e si presenta in svariati contesti; secondo il DSM presenta da quattro (o più) dei seguenti elementi:

  • sospetta, senza fondamento, di essere sfruttato/a, danneggiato/a o ingannato/a dagli altri;
  • dubita, senza giustificazione, della lealtà o affidabilità di amici o colleghi;
  • è riluttante a confidarsi con gli altri a causa del timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate in modo maligno contro di lui/lei;
  • legge significati nascosti umilianti o minacciosi in osservazioni o eventi benevoli;
  • porta costantemente rancore (cioè, non dimentica gli insulti, le ingiurie o le offese);
  • percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri ed è pronto/a a reagire con rabbia o a contrattaccare;
  • sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.

I soggetti con disturbo paranoide sono vigili, mostrano la tendenza a interpretare situazioni ambigue come minacciose e conseguentemente prendono precauzioni contro le minacce percepite.

Agli altri risultano polemici, testardi, sulla difensiva e non disposti ad accettare compromessi.

Mostrano alcune delle caratteristiche che attribuiscono all’altro; vengono descritti come ingannevoli, sleali, ostili e maliziosi.

Occorre precisare che oltre al disturbo paranoide di personalità, vi sono svariati disturbi caratterizzati da un pensiero “paranoico”, come nel caso della schizofrenia di tipo paranoide, disturbo delirante di tipo persecutorio e eventuali disturbi dell’umore con caratteristiche psicotiche.
Questi sono però caratterizzati da deliri paranoidi persistenti e altri sintomi psicotici; a differenza, il disturbo paranoide di personalità mostra una tendenza irrazionale a percepire le azioni degli altri come minacciose o umilianti, ma non presenta caratteristiche psicotiche.


Soggetti con disturbo paranoide di personalità hanno episodi transitori di pensiero delirante che si manifestano in periodi di stress, quindi, è fondamentale precisare che, non mostrano pensiero delirante persistente.
Poiché il significato della paranoia è rintracciabile nel linguaggio comune, è possibile che individui con diagnosi per disturbo paranoide riconoscano che gli altri li considerano paranoici e tendano a tenere i propri pensieri per sé stessi; ne consegue che in questi casi, le indicazioni di paranoia tendono ad emergere in maniera graduale nel corso della terapia.

Nei soggetti con disturbo paranoide vi è una forte tendenza a incolpare gli altri per problemi della sfera interpersonale; solitamente riferiscono episodi che sembrano giustificare le loro convinzioni sugli altri, negano o minimizzano i loro problemi e presentano insufficiente riconoscimento dei modi in cui il loro comportamento contribuisce ad aggravare i loro problemi.
Presentano la tendenza ad ascoltare esclusivamente la loro versione dei fatti, giustificano i loro sospetti e tendono a pensare che i loro problemi siano realmente dovuti ad azioni scorrette da parte di altri.
Tutto ciò rende difficile risalire all’eziologia del disturbo paranoide di personalità.



Disturbo e stile genitoriale

Numerosi individui con disturbo paranoide raccontano di essere cresciuti in famiglie che hanno vissuto come piuttosto pericolose. Nello specifico, alcuni narrano di essere stati ridicolizzati per tanto tempo da piccoli per qualsivoglia segno di sensibilità o debolezza, oppure di essere stati ingannati e imbrogliati da genitori e/o fratelli o di essere stati aggrediti verbalmente e fisicamente da alcuni dei membri della famiglia. Raccontano di genitori che gli hanno esplicitamente insegnato che il mondo è un luogo dove bisogna essere duri per sopravvivere.

Queste persone sono cresciute in un ambiente paranoide caratterizzato da atteggiamento vigile per identificare potenziali minacce vissute come reali e costantemente imminenti.
Nelle famiglie con stile paranoide, le prime interazioni tra genitore e figlio sono volte ad insegnare al bambino: “Devi stare attento agli altri”, “Sei diverso dagli altri”, “Devi stare attento a non commettere errori”.
Queste credenze portano l’individuo a preoccuparsi delle valutazioni altrui e di conseguenza si vede costretto a conformarsi alle aspettative dei genitori che interferiscono con l’accettazione da parte dei pari.
Tutto questo quadro è traducibile nell’essere ostracizzato, ma privo delle capacità interpersonali necessarie per superare l’ostracismo; l’individuo passerebbe molto tempo a rimuginare sul suo isolamento e sul maltrattamento da parte dei pari e alla fine penserebbe di essere perseguitato perché è straordinario e gli altri ne sono invidiosi.



Disturbo e trattamento psicoterapico

Per il disturbo paranoide di personalità la letteratura evidenzia l’efficacia della terapia cognitivo comportamentale sul disturbo, questa prevede: l’identificazione e la modifica di schemi, credenze disfunzionali di base e distorsioni cognitive che caratterizzano il pensiero paranoide:

  • assunti di base: “Le persone sono malevoli e ingannevoli”, “Ti attaccheranno se ne avranno la possibilità” e “Puoi stare bene solo se rimani sull’attenti”;
  • bias attribuzionali: attribuire intenzioni malvagie agli altri;
  • deficit del senso di autoefficacia e delle capacità di coping: scarsa fiducia nella capacità di far fronte a problemi o situazioni che si presentano (es. potenziali inganni e raggiri da parte di altre persone);
  • iper-vigilanza riguardo a segnali di intenzioni malevole e allerta rispetto ai segnali di pericolo o di inganno nelle interazioni interpersonali;
  • aspettative negative sugli altri: sospettano inganni, raggiri e danni nelle interazioni interpersonali e quindi essere costantemente alla ricerca di segnali che rivelino le vere intenzioni dell’individuo con cui si entra in relazione;
  • aspettative distorte riguardo le interazioni interpersonali: atteggiamento guardingo e difensivo nel momento in cui si interagisce con gli altri / reazioni eccessive a piccoli offese e tendenza al contrattacco;
  • rifiuto di interpretazioni “ovvie” delle azioni degli altri (come benevoli) e a cercare il significato “reale” sottostante (come malevoli e ingannevoli) fino a quando non viene trovata un’interpretazione coerente con i propri preconcetti (le persone sono maligne).
  • mondo in cui “homo homini lupus”: tendenza a non poter mostrare qualsiasi debolezza per non andare a cercarsi gli attacchi e, quindi, tendenza ad occultare accuratamente i segni delle proprie emozioni e intenzioni, le proprie insicurezze, le proprie carenze e i propri problemi attraverso l’inganno, la negazione, le scuse o incolpando gli altri.
  • Bias attribuzionale dell’intenzionalità: ogni mancanza di rispetto o maltrattamento ricevuti sono intenzionali, ovvero sono stati compiuti dagli altri non per privilegiare i propri interessi, bensì con l’unico intento di danneggiare l’individuo con disturbo paranoide
  • Cicli interpersonali basati sulla convinzione di essere sempre trattato ingiustamente e in maniera sleale dagli altri e che in futuro verrà sempre trattato male, per cui è poco incentivato a trattare bene gli altri e può esibire gli stessi atti malvagi, ingannevoli e ostili che si aspetta di ricevere dagli altri.



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