IL DISTURBO BIPOLARE

INDICE
SINTOMI MANIACALI DEL DISTURBO
SINTOMI DEPRESSIVI DEL DISTURBO
Il disturbo bipolare, detto anche bipolarismo o depressione bipolare, è un disturbo dell’umore caratterizzato da anomali cambiamenti dell’umore, dell’energia e del livello di attività svolta nell’arco della giornata. Chi presenta questo disturbo manifesta in modo alternato episodi di eccitamento (umore eccessivamente elevato) o di umore irritabile (mania) ed episodi depressivi.
Tendenzialmente le fasi depressive hanno una durata maggiore rispetto alle fasi maniacali, vanno da una settimana a poco più di un mese. Il passaggio tra queste due fasi può essere relativamente lungo, consentendo al paziente un periodo di benessere (eutimia), o può essere repentino.
SINTOMI MANIACALI DEL DISTURBO
Un episodio maniacale è caratterizzato da almeno 7 giorni di
- iperattività
- aumentata autostima
- ridotto bisogno di dormire
- difficoltà a concentrarsi
- umore espanso
- in alcuni casi sintomi psicotici
Secondo il DSM-5 per definire un episodio maniacale sono necessari almeno 3 dei seguenti sintomi:
- senso di grandiosità
- diminuito bisogno di dormire
- logorrea
- pensiero accelerato o fuga delle idee
- alta distraibilità
- sensibile aumento delle attività quotidiane, svolte sia a casa che al lavoro e aumento dei comportamenti sessuali
- eccesso di attività potenzialmente rischiose (investimenti rischiosi, spese folli, attività sessuali a rischio, ecc…)
EPISODIO IPOMANIACALE
Esiste anche l’episodio ipomaniacale, ovvero una “mania lieve”, il quale è caratterizzato da umore espanso o irritabile e da almeno 3 dei precedenti sintomi per almeno 4 giorni.
La differenza tra mania e ipomania risiede nella durata e nell’intensità dei sintomi, la seconda condizione tendenzialmente non richiede un ricovero urgente e non sono presenti sintomi psicotici (come deliri megalomanici).
SINTOMI DEPRESSIVI DEL DISTURBO
Durante le fasi depressive i sintomi del paziente sono particolarmente gravi e corrispondono ai sintomi del disturbo di depressione maggiore, ovvero:
- sensazione di tristezza
- riduzione delle attività quotidiane
- disturbi del sonno (dormire troppo o troppo poco)
- perdita di piacere e interesse verso il mondo esterno
- sensazione di vuoto o preoccupazione
- difficoltà a concentrarsi
- disturbi dell’appetito (mangiare troppo o troppo poco)
- sentirsi stanchi o rallentati
- sentirsi senza speranza o fiducia
Entrambe le fasi risultano particolarmente pericolose:
- nelle fasi depressive: il pericolo maggiore si associa ai comportamenti suicidari
- nelle fasi maniacali: il paziente può mettere in atto comportamenti rischiosi (ad es. investimenti rischiosi, spese eccessive, abuso di sostanze, comportamenti sessuali a rischio, andare troppo veloce in auto, ecc…)
EPISODIO MISTO
In alcuni casi può manifestarsi anche l’ EPISODIO MISTO, ovvero uno stato in cui sono presenti in concomitanza sintomi della fase depressiva e sintomi della fase maniacale.
Nel DSM-5 è stata eliminata la categoria “episodio misto dell’umore” ed è stato invece introdotto il termine “episodio con caratteristiche miste specifiche”.
Si parla di “episodio con caratteristiche miste specifiche” quando abbiamo una fase depressiva diagnosticata con alcuni sintomi maniacali/ipomaniacali, oppure quando viene diagnosticata una fase maniacale in compresenza di alcuni sintomi depressivi.
Esistono quindi 3 casi:
- episodi depressivi con caratteristiche miste
- episodi maniacali con caratteristiche miste
- episodi ipomaniacali con caratteristiche miste
CLASSIFICAZIONE DEL DSM-5
Il DSM-5 identifica diverse forme di questo disturbo:
- Disturbo bipolare I
- Disturbo bipolare II
- Disturbo ciclotimico
- Disturbo bipolare indotto da farmaci
- Altre categorie per quei disturbi che non corrispondono ai criteri diagnostici delle diagnosi principali
DISTURBO BIPOLARE I:
Secondo il DSM-5, per poterlo diagnosticare è sufficiente la presenza di un solo episodio maniacale, mentre la presenza di episodi depressivi non è necessaria ai fini diagnostici (nonostante sia altamente improbabile che un soggetto sperimenti nella sua vita solo fasi maniacali o ipomaniacali).
DISTURBO BIPOLARE II:
È caratterizzato da almeno un episodio ipomaniacale e da un episodio depressivo. Non è necessario che l’episodio sia maniacale, il quale infatti corrisponde ai criteri diagnostici del disturbo bipolare di tipo I.
DISTURBO CICLOTIMICO O CICLOTIMIA:
È caratterizzato dalla presenza, in un arco di tempo di almeno 2 anni, di instabilità dell’umore con sintomi ipomaniacali e depressivi. La differenza rispetto alle prime due tipologie riguarda la durata e anche l’intensità dei sintomi, infatti qui l’intensità dei sintomi ipomanicali e depressivi è minore.
DISTURBI BIPOLARI INDOTTI DA FARMACI:
Questa categoria include sintomi del disturbo bipolare che non sono causati da un disturbo psichiatrico, bensì dall’uso di sostanze, farmaci o altre condizioni mediche. Ad esempio l’abuso di cocaina o l’uso di amfetamine possono generare sintomi maniacali. In questi casi, una volta eliminata la causa del disturbo, i sintomi svaniscono e non si ripresentano più.
DIFFUSIONE E CAUSE DEL DISTURBO
Il disturbo bipolare ha un’incidenza sulla popolazione del 1-2%, in particolare il disturbo bipolare I colpisce egualmente uomini e donne, mentre il disturbo bipolare II è più comune tra le donne.
L’età media di esordio del disturbo è 20 anni, in genere il primo episodio si verifica tra i 18 e i 30 anni.
Tra i disturbi psichiatrici, il disturbo bipolare è tra quelli con l’ereditarietà più alta. Alcuni studi hanno dimostrato che esiste una probabilità del 10% di sviluppare il disturbo se in famiglia è presente un familiare con questa patologia, rispetto alla media della popolazione in cui la probabilità di base è dell’ 1%.
La genetica però non è l’unico fattore determinante, esistono anche altri fattori di rischio che aumentano la probabilità di insorgenza del disturbo, sia in individui predisposti che no, e questi sono:
- stress
- abuso di sostanze
- assunzione di farmaci
- mancanza di sonno
CURA DEL DISTURBO BIPOLARE
La cura consiste nel cercare di stabilizzare il tono dell’umore del paziente attraverso una terapia farmacologica (a base di farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi), accostata ad una terapia psicologica. La terapia psicologica, generalmente si tratta di terapia cognitivo-comportamentale, ha l’obiettivo di sostenere il paziente e di aiutarlo su diversi aspetti:
- a seguire la terapia farmacologica
- imparare a riconoscere rapidamente i sintomi delle diverse fasi del disturbo
- imparare a mettere in discussione e modificare i propri stili di pensiero irrazionali e disfunzionali
- imparare strategie efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane