disturbo bipolare

Il Disturbo di Bipolare, definito anche Bipolarismo, Depressione Bipolare o Sindrome Maniaco- Depressiva, è una patologia potenzialmente invalidante che necessita di un trattamento tempestivo ed adeguato, al fine di evitare gravi sofferenze .

Il bipolarismo è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, date dall’alternarsi di episodi maniacali/ipomaniacali ed episodi depressivi, motivo per cui questa patologia è definita Bipolare.

Si tratta di un disturbo dell’umore per cui la persona bipolare manifesta gravi alterazioni dell’umore, delle emozioni e dei comportamenti, il tutto con una durata piuttosto variabile.




Classificazione del disturbo

Le diagnosi principali dei disturbi bipolari sono:

  • il disturbo bipolare di tipo I,
  • il disturbo bipolare di tipo II,
  • la ciclotimia
  • il disturbo bipolare indotto da sostanze.

Disturbo bipolare come continuum

I disturbi bipolari sono caratterizzati da episodi di mania e depressione, che si alternano, nonostante molti pazienti abbiano una predominanza dell’una o dell’altra.

La causa dell’insorgenza del disturbo è sconosciuta, ma possono essere coinvolti l’ereditarietà, i cambiamenti nel livello di neurotrasmettitori cerebrali e i fattori psicosociali. La diagnosi si basa sull’anamnesi. Il trattamento consiste in terapia farmacologica con stabilizzatori del tono dell’umore e talvolta psicoterapia.

Il National Institute of Mental Health ha pubblicato articoli e linee guida per il Research Domain Criteria (RDoC) che caratterizzano i disturbi in termini di dimensioni latenti condivise come vulnerabilità genetica, disregolazione emotiva o compromissione cognitiva.

Non si classifica in categorie nette, ma si stanzia il disturbo lungo un continuum di sintomi, funzioni e vulnerabilità biologiche.

L’RDoC sottolinea che disturbo bipolare e schizofrenico condividono il 40% dei geni. Dire che una persona è schizofrenica ma non bipolare potrebbe condurre a trascurare aree di sovrapposizione come depressione, suicidalità, problemi nella percezione sociale o nella cognizione, disturbi del sonno o ansia: tutte condizioni che possono occorrere in entrambe le malattie.

Quindi, asserendo che una persona ha problemi in tre dimensioni (umore, psicosi e funzionale) incrementiamo la possibilità che riceva trattamenti più consoni al suo profilo clinico, ma non tutti seguono lo stesso percorso nell’arrivare alla diagnosi di disturbo bipolare. C’è chi lo eredita, chi ha subito un trauma cranico, chi abusi nell’infanzia, variabili che dovrebbero essere considerate nella diagnosi e nel trattamento per garantire la miglior cura possibile per ogni singolo individuo.



Criteri diagnostici DSM 5

Nel DSM-5 è presente un capitolo specifico per i disturbi bipolari e comprende il disturbo bipolare I, il disturbo bipolare II e la ciclotimia. Il suddetto capitolo dei disturbi bipolari è tra il capitolo dei disturbi depressivi e quello dei disturbi dello spettro psicotico.

I disturbi bipolari di solito esordiscono nell’adolescenza o verso i 20-30 anni. La prevalenza nel corso della vita è di circa il 2% .

I disturbi bipolari sono classificati come

  • Disturbo bipolare di tipo I: definito dalla presenza di almeno un episodio maniacale a pieno titolo (ossia, che provoca una marcata compromissione della funzione sociale o occupazionale o che comprende deliri) e di solito episodi depressivi. L’incidenza è simile negli uomini e nelle donne. E’ caratterizzato dall’alternanza di fasi depressive e maniacali o miste, o dalla sola presenza di ricorrenti episodi maniacali. Generalmente la fase maniacale e la fase depressiva si susseguono senza la presenza di un intervallo; in altre forme è presente un periodo di umore stabile (eutimia) tra una fase e l’altra.
  • Disturbo bipolare di tipo II: definito dalla presenza di episodi di depressione maggiore con almeno un episodio ipomaniacale, ma non veri e propri episodi maniacali. L’incidenza è leggermente più elevata nelle donne. E’ caratterizzato da episodi di depressione maggiore e da stati qualitativamente simili alla mania, ma meno intensi, denominati ipomaniacali.
  • Disturbo bipolare indotto da sostanze/farmaci: L’alterazione umorale si sviluppa nel contesto di un’intossicazione o di un’astinenza da sostanze psicoattive oppure successivamente all’assunzione di un farmaco. E’ definito dalla presenza di un disturbo dell’umore compatibile con la mania che si sviluppa durante o subito dopo un’esposizione, un’intossicazione o lo svezzamento da una sostanza in grado di produrre tali sintomi.
  • Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuti a un’altra condizione medica: E’ definito dalla presenza di un disturbo dell’umore compatibile con la mania causata da una condizione farmacologica e non si verifica esclusivamente durante un episodio di delirium. L’umore appare anormalmente elevato, espanso o irritabile e ci sono evidenze che l’alterazione umorale è la conseguenza diretta di una condizione medica sottostante.
  • Disturbo bipolare non altrimenti specificato: disturbi con caratteristiche bipolari evidenti che non soddisfano i criteri specifici per uno degli altri disturbi bipolari. Si utilizza questa categoria quando i sintomi presentati dal paziente non soddisfano pienamente i criteri per uno qualsiasi dei disturbi precedentemente descritti, specificando la motivazione per cui i criteri non vengono soddisfatti.
  • Disturbo ciclotimico: in questo disturbo i pazienti hanno prolungati (> 2-anni) periodi che comprendono sia episodi ipomaniacali che depressivi; tuttavia, questi episodi non soddisfano i criteri specifici per un disturbo depressivo maggiore o un disturbo bipolare. E’ caratterizzato da un’alterazione cronica dell’umore, presente consecutivamente per almeno due anni. Per porre diagnosi di disturbo ciclotimico è necessaria la presenza di diversi episodi ipomaniacali e di periodi con sintomi depressivi; la sintomatologia depressiva non raggiunge i criteri di gravità e durata dell’episodio depressivo maggiore . L’esordio è spesso precoce, nell’adolescenza o nella prima età adulta.

Il DSM-5 non ha integrato le prospettive dimensionali delle diagnosi, ma riconosce che i pazienti con gravi disturbi depressivi possono manifestare sintomi di ipomania o mania e viceversa.

Si possono considerare “sotto soglia” gli episodi misti in persone affette da depressione maggiore o disturbo bipolare, mentre prima l’episodio significava avere il disturbo.

I modelli dimensionali = le diagnosi possono assumere forme diverse in persone differenti.

Gran parte della medicina si basa su categorie distinte e non tutti concordano nel raggruppare forme lievi o sotto soglia con altre più gravi. Infatti, negli ultimi 20 anni, il disturbo bipolare ha sofferto di un’espansione del suo significato (“concept creetp”) per via di confini meno definiti.

Condizioni che imitano i sintomi bipolari, come depressione agitata o sfoghi esplosivi, vengono attribuiti troppo velocemente ad un disturbo bipolare. Il rischio della dimensionalizzazione consiste nel fatto che persone con lievi disturbi verranno trattate attraverso l’uso di antipsicotici che sono rivolti a persone con sintomi maggiormente significativi.



Differenza tra mania e ipomania

Sia mania che ipomania producono cambiamenti dell’umore e del comportamento che vanno al di là di normali e quotidiane oscillazioni. Ipomania e mania condividono molti sintomi. Il fattore che le distingue è la durata ma anche la gravità di questi ultimi.

La mania è un grave episodio che può durare per una settimana o più. Una persona può sentirsi euforica in maniera incontrollabile e pervasa da un alto livello di energia. Questi sintomi interferiscono con la vita quotidiana, e nei casi più gravi è necessaria l’ospedalizzazione.

L’episodio ipomaniacale dura per pochi giorni. Le persone si sentono bene, mantengono un buon funzionamento e spesso non si rendono conto di questi cambiamenti umorali. I cambiamenti sono invece spesso notati da familiari o amici. Anche se l’ipomania non è grave quanto la mania, può essere pericolosa e può avere effetti negativi sul benessere della persona.

Sintomi maniacali

I sintomi maniacali, secondo il DSM 5, sono:

  • Aumento dell’autostima e/o del senso di grandiosità
  • Ridotto bisogno di dormire e dimunuzione delle ore di sonno
  • Aumentata loquacità e produzione verbale con difficoltà a frenarla
  • Fuga delle idee, bruschi cambiamenti di pensiero, volubilità nel cambiare opinione (dovuta al repentino cambio di pensieri, di cui il paziente non si rende conto)
  • Facile distraibilità
  • Aumento delle attività finalizzate
  • Agitazione psicomotoria
  • Maggiore coinvolgimento in attività potenzialmente dannose e pericolose (ad es. spese eccessive o attività sessuali promiscue)

Sintomi ipomaniacali

I sintomi dell’ipomania possono includere:

  • Avere un umore più elevato e felice del solito
  • Elevata irritabilità e comportamento maleducato
  • Sentirsi troppo sicuri di sé
  • Livelli di energia più elevati del solito senza una causa apparente
  • Forte sensazione di benessere fisico e mentale
  • Essere molto più socievole e loquace del solito
  • Avere un desiderio sessuale più accentuato del solito
  • Avere meno bisogno di dormire del solito

Sintomi depressivi

I sintomi depressivi sono i seguenti:

  • Depressione del tono dell’umore e/o disperazione costante
  • Riduzione dell’interesse o del piacere verso tutte le attività o gran parte delle attività, per la maggior parte della giornata, quasi ogni giorno
  • Perdita o aumento di peso (senza essere a dieta) e diminuzione o aumento dell’appetito
  • Insonnia o ipersonnia
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio
  • Affaticamento o perdita di energia
  • Sentimenti di inadeguatezza, colpa e/o perdita dell’autostima
  • Difficoltà a concentrarsi e/o a prendere decisioni
  • Pensieri di morte, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio

Incidenza del disturbo bipolare ed esordio della malattia

Il National Institute of Mental Health stima che circa il 2,6 % della popolazione americana al di sopra dei 18 anni soffre di disturbo bipolare e vi sarebbero determinanti genetiche che interagendo con l’ambiente darebbero luogo alla patologia.

I primi sintomi si manifestano generalmente nell’adolescenza per poi acutizzarsi in età adulta.

Come abbiamo visto, si tratta di un disturbo molto eterogeneo che si può manifestare con sintomi e intensità molto diverse da persona a persona. L’esordio può avere inizio con un grave episodio maniacale che può comportare il ricovero oppure essere più lieve e alternare fasi di sintomi ipomaniacali a lievi sintomi depressivi.

Il Disturbo Bipolare ha un decorso cronico. In tutti i casi può comportare gravi danni, poiché chi ne soffre con il suo comportamento spesso va a compromettere la propria vita familiare e sociale.

Diagnosi e comorbilità nel disturbo bipolare

Disturbo Bipolare e Disturbo Borderline di Personalità

Presentano entrambi caratteristiche comuni quali l’impulsività, l’umore instabile, la rabbia inadeguata, un elevato rischio suicidario e relazioni affettive instabili.

I pazienti con disturbo borderline di personalità tendono a mostrare una maggiore instabilità e impulsività e ostilità rispetto ai pazienti con depressione bipolare. Inoltre, il disturbo borderline di personalità è maggiormente associato ad una storia di infanzia di abusi. Nel disturbo borderline di personalità il cambiamento del tono dell’umore è solitamente a breve termine e costituisce solitamente la reazione ad un rifiuto da parte dei propri conoscenti o comunque a stimoli interpersonali. Le persone con disturbo borderline di personalità spesso diventano depresse e possono rientrare nei criteri per un episodio depressivo maggiore ma non sviluppano mai una reale sindrome maniacale o mista, a meno che non siano affetti anche da un disturbo bipolare.

Disturbo Bipolare e ADHD

Il disturbo bipolare spesso può essere confuso con il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. Le persone con questo tipo di patologia hanno problemi costanti di attenzione e impulsività ed anche le persone con disturbo bipolare possono presentare deficit comportamentali di questo tipo, ma per lo più durante gli episodi maniacali o gli episodio misti. Il disturbo da deficit dell’attenzione non è accompagnato da euforia, aumentata spinta motivazionale, ipersessualità, diminuito bisogno di sonno o grandiosità, e non è caratterizzato dall’alternarsi di profonde depressioni a periodi di umore stabile.

I DISTURBI DELL’UMORE



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