TRANSFERT E CONTROTRANSFERT

TRANSFERT E CONTROTRANSFERT

TRANSFERT E CONTROTRANSFERT




Cos’è il transfert

Il transfert è un meccanismo psicologico, di origine psicodinamica, che si instaura in psicoterapia tra il paziente ed il terapeuta.

È un fenomeno di trasferimento inconscio con il quale il paziente proietta sul proprio terapeuta delle emozioni, aspettative e rappresentazioni che in realtà sono riferite ai propri genitori o altre figure di attaccamento significative.

Essenzialmente, il paziente durante il corso delle sedute inizia a provare dei sentimenti verso il terapeuta, questi però non sono dei genuini e reali sentimenti provati nei suoi confronti (anche se lo sembrano), bensì sono legati all’infanzia del paziente e riflettono delle emozioni che il paziente ha sperimentato nella relazione coi propri genitori e che ora sta trasferendo nella relazione col terapeuta.

Esistono diverse tipologie di transfert

  • TRANSFERT POSITIVO: si verifica quando il paziente proietta sul terapeuta sentimenti positivi, come amore, affetto, ammirazione.
  • TRANSFERT NEGATIVO: si verifica quando il paziente proietta sul terapeuta sentimenti negativi, come rabbia, odio, rancore, frustrazione.
  • TRANSFERT SESSUALE: si verifica quando il paziente sviluppa sentimenti romantici o sessuali nei confronti del terapeuta. Questo tipo di transfert può essere complicato e richiedere un’attenta gestione da parte del terapeuta per mantenere i confini etici e professionali.
  • TRANSFERT PARENTALE: si verifica quando il paziente proietta sul terapeuta sentimenti o aspettative simili a quelli che ha verso una figura genitoriale. Questo tipo può manifestarsi attraverso il desiderio di protezione, la ricerca di approvazione o la ribellione.

Il transfert prescinde dall’aspetto, dall’età o dall’orientamento sessuale del paziente e dell’analista.

Il compito dell’analista è quello di riconoscere il transfert, di gestirlo e di utilizzarlo per raggiungere gli obiettivi terapeutici, ovvero quelli di favorire la crescita ed il benessere del paziente.

Il primo a parlare di transfert è stato Sigmund Freud nella sua opera “Studi sull’isteria” (1892-1895). Freud individuò il transfert partendo dall’ analisi dei suoi pazienti e da alcune considerazioni sul metodo delle libere associazioni. In particolare, notò che il metodo delle libere associazioni in alcuni momenti risultava fallace e si “bloccava” a causa di determinate circostanze definite da Freud “resistenze” del paziente. Queste resistenze erano attribuibili ad una soggettiva ed erronea rappresentazione del terapeuta da parte del paziente, cioè al fenomeno di transfert per l’appunto. Quindi partendo da questo ragionamento, Freud inizialmente sostenne che il transfert fosse solo un ostacolo alla terapia, ma in seguito si rese conto che attraverso il transfert il paziente poteva essere in grado di rivivere sentimenti importanti (di amore e odio principalmente) provati generalmente nei confronti dei suoi genitori, e che ciò poteva essere d’aiuto alla terapia invece.

Freud definisce il transfert (che lui nomina Übertragung) come lo spostamento di un affetto da una rappresentazione (quella dei genitori) a un’altra (quella del terapeuta).

Tra i suoi scritti Freud afferma anche: “Il transfert, destinato a divenire il più grave ostacolo per la psicoanalisi, diviene il suo migliore alleato se si riesce ogni volta a intuirlo e a tradurne il senso al malato”



Cos’è il controtransfert

Il controtransfert è la reazione automatica, inconscia e involontaria dello psicoterapeuta al transfert del paziente, è la diretta conseguenza del transfert.

Esso è la risposta che l’analista ha al transfert del paziente e anch’esso, come il transfert, consiste in una serie di emozioni, affetti, sensazioni e pensieri che il terapeuta prova nei confronti del paziente. Tutti questi vissuti non sono genuini e veritieri, bensì sono scatenati dall’effetto del transfert, nonostante ciò, alla persona che li prova appaiono del tutto reali.

Il controtransfert è la manifestazione di un meccanismo chiamato identificazione proiettiva, attraverso la quale il paziente condivide il suo mondo interno con il terapeuta e in modo inconscio induce l’analista ad assumere un ruolo coerente con il proprio transfert, ovvero il paziente attribuisce al terapeuta il ruolo del genitore, nei confronti del quale egli prova rabbia (ad esempio) ed il terapeuta inconsciamente assume quel ruolo e prova sentimenti correlati in risposta a quelli del paziente.

Un bravo psicoterapeuta deve riuscire a rimanere sempre in contatto con i propri vissuti interni e saperli riconoscere, così come deve essere in grado di riconoscere quelli del paziente e di individuare i fenomeni di transfert e controtransfert quando si manifestano. Inoltre, deve saper gestire questi sentimenti e valutare attentamente cosa esternare al proprio paziente e cosa no, perché gli sia utile nella terapia. Tutto ciò che viene fatto deve essere negli interessi del paziente, al fine di raggiungere gli obiettivi terapeutici e fare stare meglio il paziente. Entrambi i fenomeni si basano sulla capacità umana di conoscere il mondo interno dell’altro.

La parola “controtransfert” compare per la prima volta in uno scambio epistolare tra Freud e Jung nel 1909. Freud definisce pubblicamente il controtransfert in svariati testi e saggi negli anni 1910 e 1912. A quel tempo era chiamato “controtraslazione” (o Gegenübertragung) e secondo il famoso psicoterapeuta, questo fenomeno era un ostacolo alla psicoterapia.

Sentimenti di transfert e controtransfert sono una preziosa fonte di informazioni sul mondo interiore del paziente, e anche del terapeuta. Essi possono diventare un enorme ostacolo oppure un prezioso strumento, che apre la strada al lavoro analitico e al cambiamento del paziente.



Applicazioni cliniche del transfert e del controtransfert

È importante sottolineare che l’applicazione e l’utilità del transfert e del controtransfert non si limitano alla psicoanalisi.

Infatti, oltre alla psicoanalisi, il transfert e il controtransfert sono rilevanti in molte altre forme di terapia, compresa la psicoterapia dinamica, la terapia cognitivo-comportamentale e molte altre. Essi possono essere utilizzati come strumenti per favorire la consapevolezza e il cambiamento nei pazienti. Ora vedremo come:

  • Come prima cosa, questi due fenomeni permettono l’esplorazione dei modelli relazionali del paziente, perché egli può proiettare sul terapeuta modelli relazionali provenienti dalle esperienze passate, come le relazioni con i genitori o le figure significative, e ciò non si verifica solo nella psicoanalisi.
  • Inoltre, possono essere utilizzati per approfondire la relazione terapeutica. Il terapeuta può esaminare le proprie reazioni emotive in risposta a quelle del paziente per comprendere meglio le dinamiche interpersonali che si stanno svolgendo durante la terapia.
  • Altro aspetto importante è il fatto che questi due fenomeni possono favorire l’empatia e la comprensione. In particolare, il controtransfert può portare il terapeuta a riflettere sulle proprie reazioni emotive e lo può aiutare a comprendere meglio il mondo interno del paziente e quindi a stabilire una connessione terapeutica più profonda.
  • Una grande utilità del transfert riguarda il fatto che esso possa portare alla luce conflitti inconsci del paziente, che altrimenti potrebbero essere difficili da identificare. Attraverso l’esplorazione dei sentimenti e delle fantasie proiettate sul terapeuta, il paziente può ottenere una maggiore comprensione delle sue dinamiche psicologiche più profonde, e ciò non riguarda solo il campo psicoanalitico.
  • Spesso con il fenomeno del transfert emergono delle resistenze (resistente alla terapia o al cambiamento), come aveva affermato Freud, il che è può sembrare un ostacolo per la terapia, ma può anche essere un aspetto interessante sia per analizzare i progressi della terapia sia per approfondire le dinamiche psicologiche del paziente. Identificare e lavorare attraverso queste resistenze può essere un passo importante nel processo terapeutico.
  • Infine, collegandoci al punto precedente, possiamo anche dire che il transfert e il controtransfert possono essere un parametro per valutare il progresso terapeutico. Ad esempio, una diminuzione delle proiezioni intense o una maggiore consapevolezza delle dinamiche relazionali possono suggerire che il paziente sta facendo progressi nel lavoro terapeutico.



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