I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

disturbi specifici dell'apprendimento

Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento

Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) i disturbi specifici dell’apprendimento, o DSA, si collocano all’interno della categoria dei disturbi nel neurosviluppo. Come suggerisce il nome, questi si caratterizzano come problematiche che compaiono principalmente durante l’età evolutiva e, in particolare, divengono più facilmente inquadrabili negli anni della formazione scolastica.

I DSA, per essere precisi, si manifestano come persistenti e significative difficoltà nei processi di apprendimento. Tuttavia, per poter diagnosticare un disturbo specifico dell’apprendimento è fondamentale che una o più delle difficoltà tipiche sussistano da almeno 6 mesi.

I DSA includono uno specifico gruppo di difficoltà nel quale compaiono importanti disagi legati principalmente all’apprendimento, alla capacità di utilizzare le informazioni acquisite attraverso la lettura, alla scrittura e al calcolo matematico.

Dunque, la caratteristica principale dei DSA è proprio la specificità poiché i disturbi interessano un preciso e ristretto dominio di abilità, lasciando però intatto il funzionamento intellettivo generale. Per questo motivo, per poter diagnosticare, ad esempio, una dislessia o una discalculia, il bambino non deve avere alcun deficit di intelligenza. In concreto, i test di intelligenza che vengono svolti rivelano la presenza di un quoziente intellettivo (QI) nella media, o addirittura al di sopra.

Di seguito vedremo più nel dettaglio come riconoscere questi disagi servendoci di due sistemi di riferimento ampiamente utilizzati: il DSM-5 e l’ICD-10.




Aspetti diagnostici: criteri diagnostici secondo il DSM-5 e l’ICD-10

Stando a quanto specificato dal Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) per poter diagnosticare un disturbo specifico dell’apprendimento devono essere soddisfatti alcuni specifici criteri.

Il criterio A specifica che deve sussistere una difficoltà di apprendimento e nell’uso delle abilità scolastiche, che si manifesta in almeno uno dei seguenti sintomi per un periodo pari ad almeno sei mesi, anche nel caso in cui siano disponibili interventi mirati per arginare la difficoltà riscontrata. Vediamo quali sono:

  • lettura delle parole imprecisa o faticosa: il bambino può leggere in modo sbagliato, lento o incerto le singole parole, anche quando lo fa ad alta voce;
  • difficoltà nella comprensione del significato di ciò che viene letto: anche se il bambino legge correttamente, non riesce ad attribuire un significato a ciò che legge, e questo rende estremamente difficoltoso lo studio;
  • difficoltà nello spelling: vocali e consonanti possono essere aggiunte, tralasciate o scambiate con altre;
  • difficoltà nell’organizzazione scritta: il bambino commette molti errori grammaticali o legati alla punteggiatura, organizza male i paragrafi dei testi scritti; in alcuni casi può esserci anche una scarsa chiarezza nell’espressione scritta di concetti e idee;
  • difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o il calcolo: la comprensione dei numeri appare piuttosto scarsa. Il bambino può manifestare la difficoltà contando sulle dita per aggiungere numeri a una singola cifra o perdersi quando deve fare semplici calcoli, anche cambiando procedure;
  • difficoltà nel ragionamento matematico: si manifestano gravi difficoltà nell’applicazione dei concetti matematici e nei procedimenti fondamentali per la risoluzione di problemi quantitativi.


Dopo questo articolato criterio A, troviamo il criterio B, che specifica che le abilità scolastiche interessate devono apparire oggettivamente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe in relazione all’età dell’allievo. Inoltre, il tutto deve causare un’interferenza significativa con il rendimento scolastico, con quello lavorativo nel caso degli adulti, e nelle comuni attività quotidiane che implicano l’utilizzo delle abilità deficitarie.

Il criterio C, stabilisce che le difficoltà relative all’apprendimento debbano presentarsi durante l’età scolare, ma possono non manifestarsi finché la richiesta supera le capacità di chi ne soffre.

Per questo motivo,

la diagnosi può essere effettuata non prima della seconda elementare, ma può essere anche tardiva, a seconda del livello di abilità sviluppate dal paziente e dal momento accademico in cui queste si scontrano con il loro limite.

Infine, il criterio D specifica che, per diagnosticare un DSA, nessuna difficoltà può essere giustificata da eventuali disabilità intellettive, disturbi mentali, scarsa conoscenza della lingua, problemi neurologici o bassa scolarizzazione. In presenza di una qualsiasi di queste condizioni, non è possibile fare diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento.

Diversamente da quando abbiamo appena visto analizzando i criteri diagnostici del DSM-5, secondo la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati o, più semplicemente, ICD-10, i DSA vengono collocati tra le sindromi e i disturbi da alterazione specifica dello sviluppo psicologico.

Dunque, nell’ICD-10, vengono espressi alcuni elementi caratteristici:

  • le modalità di apprendimento appaiono alterate sin dalle prime fasi dello sviluppo (condizione diagnostica necessaria);
  • i disturbi non sono la mera conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendimento;
  • le difficoltà non sono legate a traumi o malattie cerebrali acquisite;
  • le stesse problematiche non devono dipendere da altre patologie come ritardi mentali, problemi uditivi e visivi, deficit neurologici o disturbi emotivi.


Allo stesso modo, non devono sussistere fattori esterni in grado di fornire una valida motivazione per il rendimento accademico.

Infine, è di fondamentale importanza sottolineare come l’ICD-10 preveda la diagnosi della Disortografia solo nel caso in cui siano presenti difficoltà ortografiche in assenza di dislessia.



I DSA: quali sono?

Basandosi sulle specificità dei singoli disturbi dell’apprendimento, i diversi DSA sono stati classificati in modi differenti, ma possiamo distinguerli in quattro principali diagnosi.

Vediamo più nello specifico quali sono e quali sono i sintomi che possono identificarli.

La dislessia

La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento, caratterizzata dalla difficoltà a leggere accuratamente e fluentemente un testo. Per questo, gli studenti alle prese con i primi anni di scolarizzazione mostreranno oggettive difficoltà nel riconoscimento delle lettere, nell’apprendere la corrispondenza tra un segno grafico e il relativo suono, ma anche nel rendere automatico questo processo di conversione estemporanea. Chiaramente, questi problemi andranno a influire negativamente sull’apprendimento scolastico e in tutte le attività in cui è prevista la lettura di un testo scritto, quindi in particolare le materie di studio come storia e geografia.

La disortografia

Diversamente da quanto abbiamo visto nella dislessia, la disortografia riguarda la scrittura e i relativi aspetti linguistici. Quindi, in questo caso, la difficoltà riguarderà la corretta stesura delle frasi dal punto di vista ortografico. Gli studenti disortografici presentano un problema nell’applicazione delle regole fondamentali per poter convertire un suono in una parola scritta, ma anche nel riconoscere i suoni e nell’individuazione delle regolarità o irregolarità di tipo ortografico;

La disgrafia

La disgrafia riguarda invece la componente esecutiva grafo-motoria (ovvero il gesto di scrivere le parole con carta e penna) ed è riconoscibile, per esempio, da una grafia scarsamente leggibile, segno di una fatica da parte dell’alunno. Inoltre, un bambino disgrafico potrebbe impugnare gli strumenti di scrittura in modo inopportuno, presentare una scarsa capacità nell’organizzazione e nell’utilizzo dello spazio disponibile sul quaderno e problemi legati alla riproduzione di specifiche forme geometriche o nel disegno.

La discalculia

Infine, la discalculia è una difficoltà specifica che riguarda la comprensione e le operazioni che implicano l’utilizzo dei numeri. Lo studente discalculico avrà problemi nella cognizione numerica e nelle procedure di calcolo.



Diagnosi dei DSA

Prima di diagnosticare un DSA, è essenziale considerare i seguenti fattori:

  • Cronico: I problemi di apprendimento non sono temporanei, ma persistono nel tempo.
  • Specifico: Le difficoltà sono circoscritte a determinate aree e non sono il risultato di fattori generali come una bassa intelligenza o mancanza di opportunità educative.
  • Discrepanza significativa: C’è una discrepanza notevole tra le potenzialità dell’individuo e le sue prestazioni effettive.

Fasi della Diagnosi

  • Anamnesi: Questa fase coinvolge la raccolta di informazioni riguardo alla storia del bambino, inclusi sviluppo, storia familiare, e precedenti performance accademiche.
  • Valutazione psicopedagogica: Si esamina il livello di competenza dell’individuo in materie come la lettura, la scrittura e la matematica.
  • Valutazione neuropsicologica: Questo step serve a escludere altri disturbi e ad identificare le specifiche aree di debolezza o forza.
  • Valutazione logopedica: Si focalizza sulle competenze linguistiche del bambino, sia a livello di comprensione che di produzione.

Indipendentemente dal sistema di riferimento utilizzato e dalla tipologia di problematica, la diagnosi viene fatta attraverso la somministrazione di specifiche batterie di test. Questo processo non deve essere visto come l’apposizione di un’etichetta, ma come una comprensione delle difficoltà del paziente, che possano portare a una presa di consapevolezza e all’utilizzo, se il ragazzo può beneficiarne, di strumenti compensativi che possano supportarlo nel vivere l’esperienza scolastica in modo più sereno e meno faticoso.

Attraverso un approccio multidisciplinare e l’uso di interventi mirati, molti individui con DSA possono avere successo nella loro formazione e nella vita in generale.

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE



Autore

error: Content is protected !!