I disturbi del controllo degli impulsi e della condotta

disturbi del controllo degli impulsi e della condotta

I DISTURBI DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI E DELLA CONDOTTA

I disturbi del controllo degli impulsi e della condotta rappresentano un’area complessa della psicologia e della psichiatria con implicazioni significative per la salute mentale e il benessere sociale. Questi disturbi si manifestano attraverso comportamenti impulsivi, aggressivi o antisociali che possono compromettere la qualità della vita degli individui e delle persone a loro vicine.




Per comprendere a fondo questi disturbi, è importante iniziare con le definizioni di “impulso” e “condotta”.

L’impulso è definito come una spinta immediata e intensa a comportarsi in un certo modo, spesso senza considerare le conseguenze delle proprie azioni. Gli impulsi possono manifestarsi in vari modi, inclusi comportamenti di gioco d’azzardo, aggressività e altre azioni che possono risultare dannose.

La condotta, d’altra parte, si riferisce a un insieme di comportamenti che una persona adotta in risposta a situazioni ambientali. Essa è influenzata da fattori culturali, sociali e psicologici e può includere una vasta gamma di comportamenti, da quelli socialmente accettabili a quelli antisociali.

Criteri Diagnostici DSM-5 e ICD-11

I disturbi del controllo degli impulsi e della condotta sono una categoria diagnostica riconosciuta solo recentemente.

I Disturbi del Controllo degli Impulsi, sono in generale caratterizzati dall’incapacità del soggetto di resistere ad impulso o ad una tentazione impellente. Tale spinta induce il soggetto alla realizzazione di un’azione pericolosa per sé stessi e/o per gli altri ed è preceduta da una sensazione di crescente tensione ed eccitazione a cui fa seguito piacere, gratificazione, e sollievo (DSM-IV-TR, 2004).

I criteri diagnostici per i disturbi del controllo degli impulsi possono variare a seconda delle classificazioni di riferimento.

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione), i criteri per il disturbo della condotta includono:

  • Ripetuti comportamenti che violano i diritti degli altri o le norme sociali.
  • Comportamenti aggressivi verso gli animali o le persone.
  • Distruzione della proprietà.
  • Frode o furto.

L’ ICD-11 (Classificazione Internazionale delle Malattie, Undicesima Edizione) offre criteri simili, enfatizzando la persistenza e la gravità dei comportamenti antisociali.

Classificazione nel DSM V

La classificazione del DSM V include i seguenti disturbi:

  • Disturbo oppositivo-provocatorio
  • Piromania
  • Cleptomania
  • Disturbo della condotta
  • Disturbo della condotta non specificato
  • Altri disturbi del controllo degli impulsi
  • Disturbo esplosivo intermittente
  • Disturbo del controllo degli impulsi non specificato
  • Disturbo misto della condotta e delle emozioni
  • Altri disturbi misti della condotta e delle emozioni
  • Disturbo misto della condotta e delle emozioni non specificato



Caratteristiche dei principali disturbi

Disturbo Oppositivo Provocatorio (Oppositional Defiant Disorder, ODD)

Caratterizzato da un modello di comportamento ostile, provocatorio e negativistico, che dura almeno 6 mesi e si manifesta con almeno 4 dei seguenti sintomi (con almeno un’interazione non tra fratelli):

  • Umore collerico/irritabile
    • Si arrabbia spesso
    • È permaloso o facilmente infastidito dagli altri
    • È frequentemente arrabbiato e rancoroso
  • Comportamento polemico/provocatorio
    • Litiga spesso con figure autoritarie
    • Sfida attivamente o rifiuta di seguire regole
    • Provoca deliberatamente gli altri
    • Accusa gli altri dei propri errori o comportamenti scorretti
  • Vendicatività
    • È stato vendicativo almeno due volte negli ultimi 6 mesi

Disturbo della Condotta (Conduct Disorder, CD)

Caratterizzato da un modello persistente di comportamento antisociale, aggressivo o violento, che viola i diritti degli altri o le norme sociali. Deve essere presente almeno 3 dei seguenti criteri negli ultimi 12 mesi (con almeno un episodio negli ultimi 6 mesi):

  • Aggressione verso persone o animali
    • Usa armi per causare danni
    • Pratica crudeltà fisica su persone o animali
    • Ha commesso un furto con aggressione (scippo, estorsione)
    • Ha costretto qualcuno ad attività sessuali
  • Danneggiamento della proprietà
    • Ha deliberatamente incendiato oggetti con intenzione distruttiva
    • Ha distrutto proprietà altrui
  • Frode o furto
    • Ha violato proprietà private (es. effrazione)
    • Mente abitualmente per ottenere vantaggi personali
    • Ha rubato oggetti senza confrontarsi con la vittima (es. taccheggio)
  • Gravi violazioni delle regole
    • Ha lasciato la casa senza permesso prima dei 13 anni
    • Marina spesso la scuola prima dei 13 anni
    • Rimane fuori la notte senza permesso (prima dei 13 anni)

Una sottocategoria importante è il disturbo della condotta con tratti di insensibilità e mancanza di empatia (callous-unemotional traits), caratterizzato da mancanza di senso di colpa, insensibilità e incapacità di provare emozioni profonde.

Disturbo Esplosivo Intermittente (Intermittent Explosive Disorder, IED)

Caratterizzato da episodi ricorrenti di perdita di controllo degli impulsi aggressivi, sproporzionati rispetto alla situazione:

  • Aggressività verbale o fisica almeno due volte a settimana per 3 mesi
  • Oppure 3 episodi di aggressione fisica con danni a persone, animali o oggetti negli ultimi 12 mesi
  • Reazioni sproporzionate rispetto alla provocazione
  • Gli episodi non sono premeditati e causano sofferenza o problemi sociali

Piromania

Caratterizzata da:

  • Incendi dolosi ripetuti con attrazione per il fuoco
  • Gratificazione o sollievo nel provocare incendi
  • Interesse patologico per fuoco e attrezzature antincendio
  • Assenza di motivazioni esterne (es. vendetta, guadagno economico)

Cleptomania

Caratterizzata da:

  • Incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti non necessari
  • Sensazione di tensione prima del furto
  • Piacere o sollievo nel compiere il furto
  • I furti non sono motivati da rabbia, vendetta o allucinazioni

Disturbi correlati in altre sezioni del DSM-5

Sebbene non inclusi direttamente in questa categoria, altri disturbi possono condividere caratteristiche di impulsività e disregolazione comportamentale, come:

Teorie Psicologiche sulla Morale e sull’Autocontrollo

Diverse teorie psicologiche hanno cercato di spiegare i meccanismi alla base del controllo degli impulsi e della condotta. Una delle teorie più influenti è quella di Albert Bandura sul modello sociale, che sottolinea l’importanza dell’osservazione e dell’imitazione nel comportamento umano. Bandura sostiene che i modelli di comportamento esemplificati da figure autoritarie possono influenzare profondamente le scelte morali e comportamentali degli individui.

Un’altra teoria fondamentale è quella dell’autocontrollo, esplorata da Walter Mischel attraverso il suo famoso esperimento del marshmallow. Questo studio ha dimostrato che la capacità di resistere a tentazioni immediate in favore di ricompense future è un indicatorecruciale di successo e benessere. L’autocontrollo è quindi essenziale per regolare gli impulsi e mantenere comportamenti socialmente accettabili.

Percentuali e Incidenza dei Disturbi

Le percentuali di incidenza dei disturbi del controllo degli impulsi variano a seconda della popolazione studiata e dei criteri diagnostici utilizzati. Il disturbo della condotta è più comune nei bambini e negli adolescenti, con una prevalenza stimata del 2-10%.

Conseguenze a lungo termine

I disturbi del controllo degli impulsi possono avere conseguenze significative e durature sulla vita sociale e professionale degli individui.

  • Relazioni Interpersonali: Le persone con disturbi del controllo degli impulsi possono avere difficoltà a mantenere relazioni sane e stabili. Comportamenti impulsivi e aggressivi possono portare a conflitti con amici, familiari e partner, causando rotture e isolamento sociale. La mancanza di autocontrollo può rendere difficile costruire fiducia e intimità nelle relazioni.
  • Prestazioni Professionali: Nel contesto lavorativo, i disturbi del controllo degli impulsi possono influenzare negativamente le prestazioni professionali. Gli individui possono avere difficoltà a rispettare le scadenze, gestire lo stress e collaborare con i colleghi. Comportamenti impulsivi, come il gioco d’azzardo o l’abuso di sostanze, possono portare a problemi di assenteismo e deterioramento della reputazione professionale.
  • Salute Mentale e Fisica: Le conseguenze a lungo termine possono includere un aumento del rischio di sviluppare altri disturbi mentali, come ansia e depressione. Inoltre, comportamenti autolesionisti o a rischio possono portare a problemi di salute fisica, contribuendo a una spirale di deterioramento del benessere generale.
  • Legalità e Problemi Giuridici: Molti disturbi del controllo degli impulsi, come il disturbo della condotta, possono portare a comportamenti antisociali che hanno conseguenze legali. Gli individui possono trovarsi coinvolti in attività illegali, che possono portare a arresti, condanne penali e difficoltà a reintegrarsi nella società.
  • Impatto Economico: La gestione di un disturbo del controllo degli impulsi può comportare costi significativi, sia diretti (spese per la terapia e il trattamento) che indiretti (perdita di reddito e opportunità lavorative). Questi fattori possono contribuire a una situazione economica precaria e a una maggiore vulnerabilità sociale.
  • Stigma Sociale: Le persone con disturbi del controllo degli impulsi possono affrontare stigma e discriminazione, che possono ulteriormente isolare e marginalizzare gli individui. Questo stigma può impedire l’accesso a opportunità lavorative e sociali, perpetuando un ciclo di esclusione.

In sintesi, i disturbi del controllo degli impulsi possono avere conseguenze a lungo termine che influiscono profondamente sulla vita sociale e professionale degli individui. È fondamentale affrontare questi disturbi con interventi adeguati e supporto, per migliorare le prospettive di vita e promuovere un reinserimento positivo nella comunità.

I disturbi del controllo degli impulsi e della condotta sono complessi e multifattoriali, richiedendo una comprensione approfondita delle dinamiche psicologiche, sociali e culturali. È cruciale promuovere la ricerca e l’educazione su questi disturbi per migliorare i risultati terapeutici e ridurre lo stigma associato. Lavorare verso una maggiore consapevolezza e comprensione è fondamentale per supportare coloro che combattono contro queste sfide.

Trattamento dei Disturbi del Controllo degli Impulsi

In generale, i disturbi del controllo degli impulsi rappresentano una sfida significativa sia per i pazienti che per i professionisti della salute mentale. L’approccio multidisciplinare e la sensibilizzazione sociale sono essenziali per affrontare efficacemente queste condizioni.

Il trattamento per i disturbi del controllo degli impulsi può includere terapie psicologiche, farmacologiche e interventi comportamentali. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso utilizzata per aiutare gli individui a riconoscere e modificare i modelli di pensiero disfunzionali che alimentano i loro comportamenti impulsivi.

In alcuni casi, i farmaci possono essere prescritti per gestire i sintomi associati, come antidepressivi o stabilizzatori dell’umore. La combinazione di terapia e farmaci ha dimostrato di essere efficace nel ridurre i comportamenti impulsivi e migliorare la qualità della vita.



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