Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Nell’ultima edizione del DSM 5 i Disturbi della nutrizione e della alimentazione si presentano distinti in sei categorie diagnostiche principali.

disturbi della nutrizione e della alimentazione rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità giovanile e a essi si associa un rischio elevato di mortalità. Sul piano epidemiologico la prevelenza lifetime dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa si aggira rispettivamente intorno allo 0,9% all’1,5%, nel genere femminile, mentre in quello maschile le percentuali sono 0,3 per l’anoressia e 0,5 per la bulimia.

La prevalenza dei disturbi della nutrizione e della alimentazione nei giovani aumenta tra l’infanzia e la prima adolescenza e tra i 10 e i 13 anni la sintomatologia dei Disturbi Alimentari è presente all’interno di popolazioni non cliniche a livelli molto simili rispetto a quelli di popolazioni adolescenti, inoltre ad una maggiore sintomatologia a 9 anni corrisponde il più alto rischio di sviluppare una maggiore sintomatologia a 12 anni. Questo suggerisce come sia importante identificare quali siano le condizioni che favoriscono lo sviluppo di questi disturbi ben prima dell’adolescenza.

disturbi alimentari sono definiti nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico Dei Disturbi Mentali DSM5 «Disturbi della nutrizione e della alimentazione» e si presentano distinti in sei categorie diagnostiche principali:

  • Pica
  • Mericismo
  • Disturbo alimentare evitante/restrittivo
  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Disturbo di alimentazione incontrollata.

Oltre alle precedenti si individuano due categorie residue:

  • Disturbo della nutrizione o della alimentazione specificato: si tratta di casi sottosoglia dell’anoressia, della bulimia, del disturbo da alimentazione incontrollata oltre al disturbo con condotte di eliminazione e sindrome del mangiare di notte.
  • Disturbo della nutrizione o della alimentazione non specificato, ossia un disturbo dell’alimentazione in cui mancano delle informazioni per specificarne le caratteristiche.

L’eziopatogenesi dei disturbi della nutrizione e della alimentazione è di tipo multifattoriale. Essi sono il risultato dell’interazione di fattori predisponenti (genetici, psicologici, ambientali e socioculturali), fattori precipitanti (diete restrittive e difficoltà psicologiche personali) e fattori di mantenimento (sindrome da digiuno e il rinforzo positivo dall’ambiente).

L’inquadramento diagnostico dei disturbi della nutrizione e della alimentazione si attua a livello ambulatoriale e prevede che il paziente venga valutato a livello clinico, nutrizionale e psicologico. Si tratta di condizioni cliniche che presentano elevata comorbilità clinica e psichiatrica che deve essere indagata.

La valutazione internista comprende dunque la valutazione clinica – anamnestica, nutrizionale, della condotta alimentare e della spesa energetica. Nel corso della valutazione clinico-anamnestica dei disturbi della nutrizione e della alimentazione ci si occupa di eseguire un’attenta raccolta anamnestica unitamente all’esame obiettivo e alla prescrizione di una serie di esami tra cui l’esame delle urine, l’emocromo completo, la glicemia, il test per la funzionalità epatica, l’assetto lipidico, la creatininemia, l’azotemia, il BMI.

Spesso l’osservazione clinica è preceduta da una storia di malattia molto lunga e questo complica notevolmente il processo di guarigione. Se eseguita correttamente, la diagnosi  di disturbi della nutrizione e della alimentazione, consente di escludere altre patologie che possono avere effetti secondari sulla relazione con il cibo, come disfagie, spasmi esofagei e pilorici, dispepsie, patologie tumorali, malattie infettive, da uso di sostanze e altre patologie psichiatriche caratterizzate da iperfagia o ipofagia.

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