L’ Adult Attachment Interview (AAI) è un’ intervista semi-strutturata ideata da Kaplan e Main, composta da 20 domande, della durata di 45-90 minuti, che serve ad indagare le relazioni precoci dell’adulto intervistato con i propri genitori/figure di attaccamento (quindi valuta il legame di attaccamento) e come queste relazioni abbiano avuto effetti sul funzionamento attuale della persona.
Le domande dell’ AAI mirano a far rievocare e far riflettere sui ricordi infantili con le figure di attaccamento e potenzialmente sulle esperienze traumatiche vissute.
L’AAI permette di far emergere e di indagare temi importanti dell’infanzia della persona, come: esperienze di affetto/rifiuto/trascuratezza del caregiver, esperienze di inversione di ruolo con i genitori, gravi traumi come lutti importanti, violenze e abusi subiti…
E’ fondamentale da parte dello psicologo focalizzare l’attenzione sui temi che emergono e sulle modalità conversazionali dell’adulto intervistato.
L’intera intervista viene trascritta e poi codificata attraverso delle scale, che valutano sia i contenuti del discorso, che le qualità formali del linguaggio utilizzato.
Le scale sono:
Scale dell’esperienza:
- Affetto del caregiver
- Rifiuto del caregiver
- Trascuratezza del caregiver
- Inversione di ruolo
- Spinta verso il successo
Scale dello stato della mente rispetto all’attaccamento:
- Rabbia
- Svalutazione
- Idealizzazione
- Mancanza di ricordi
- Paura della perdita
- Passività dei processi di pensiero
- Coerenza della trascrizione
- Coerenza della mente
- Lutti irrisolti
- Abusi irrisolti
Regole conversazionali:
- Qualità
- Quantità
- Relazione
- Modo
Tramite queste scale di analisi è possibile identificare 4 pattern differenti di attaccamento dell’adulto coi suoi genitori:
- ATTACCAMENTO SICURO: L’intervistato mostra la capacità di ricordare in modo coerente e obiettivo sia le proprie esperienze positive che negative di attaccamento, con le emozioni correlate, anche in presenza di un’infanzia difficile o segnata da eventi traumatici. Ha libero accesso ai ricordi d’infanzia. L’intervistato è collaborativo con l’intervistatore. A livello di esperienze vissute: il soggetto ha vissuto tutte le esperienze possibili.
- ATTACCAMENTO INSICURO DISTANZIANTE: L’intervistato tende a fornire descrizioni generalizzate dei propri genitori, ma senza supportarle con ricordi specifici. Si osserva un distanziamento e/o una svalutazione rispetto alle proprie esperienze di attaccamento, dà poco peso a cosa è successo durante l’infanzia. Le esperienze infantili sono raccontate con uno stile narrativo economico e scarno, e dai racconti è difficile individuare le emozioni sottostanti. L’intervistato mostra scarsa collaborazione con l’intervistatore. A livello di esperienze vissute: ha avuto esperienze di trascuratezza o rifiuto.
- ATTACCAMENTO INSICURO PREOCCUPATO: L’intervistato mostra un intenso coinvolgimento rispetto alle proprie passate relazioni, con presenza di rabbia, preoccupazione, paura nei confronti dei propri genitori. L’intervistato è ancorato a ricordi di esperienze precoci con i propri genitori, che descrive estensivamente ma con modalità incoerente e confusa. Presenta difficoltà a definire le emozioni. Si può osservare un tentativo del soggetto di coinvolgere l’intervistatore creando con lui un’alleanza. A livello di esperienze vissute: dai racconti si evince un’inversione di ruolo con i propri genitori, che pertanto non hanno costituito una base sicura.
- ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO/IRRISOLTO: L’intervistato propone racconti che possono presentarsi coerenti, ma facendo affermazioni decisamente non plausibili a proposito delle cause e delle conseguenze di eventi traumatici. Mostra scarso controllo del ragionamento (ad esempio: vengono descritte più morti di una stessa persona) o del discorso (all’improvviso cambia la forma del linguaggio utilizzato), e questa mancanza di controllo si verifica specificatamente durante la discussione di eventi potenzialmente traumatici. Possono avvenire delle intrusioni nel discorso di ricordi/flashback traumatici. A livello di esperienze vissute: ha subito gravi traumi, lutti o abusi.
Questo strumento è molto utile anche per prevenire lo sviluppo di un attaccamento disfunzionale e di psicopatologie in età evolutiva, perché l’attaccamento dell’adulto con i propri genitori è predittivo del futuro legame di attaccamento dell’adulto con i propri figli. Per questo, se si dovesse identificare un attaccamento di tipo insicuro o disorganizzato nell’adulto (più disadattivi e rischiosi per l’individuo), potrebbe essere utile applicare degli interventi per prevenire che questo tipo di attaccamento si riproponga in futuro con i figli.
Bibliografia
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