LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

La teoria dell’attaccamento è una teoria sullo sviluppo della personalità basata sull’analisi dei percorsi evolutivi e delle differenze individuali, introdotta da John Bowlby.

Secondo questa teoria, il bambino è dotato di una predisposizione biologica innata a costruire legami di attaccamento ricercando prossimità e contatto fisico con i caregivers per ottenere conforto e protezione. Questa tendenza funzionale alla sopravvivenza gli permette di ottenere sicurezza e usare le figure di attaccamento come fonte di conforto e base sicura per poter esplorare l’ambiente circostante, che diventa il fondamento per sviluppare le competenze relazionali, sociali ed emotive, che poi continuerà a sviluppare nel corso della vita.

Le fasi dell’attaccamento per Bowlby sono:

  • 0-3 mesi: PRE-ATTACCAMENTO —> Il bambino non discrimina tra le persone che si occupano di lui
  • 3-6 mesi: ATTACCAMENTO IN FORMAZIONE —> Inizia la formazione di un legame, il bambino discrimina le figure e ne riconosce una in particolare (generalmente la madre), inizia svilupparsi la paura dell’estraneo
  • 7-8 mesi: ANGOSCIA —> Il bambino non ha ancora sviluppato il concetto di “permanenza dell’oggetto”,
  • quindi la lontananza dalla figura di riferimento gli provoca angoscia
  • 8-24 mesi: ATTACCAMENTO VERO E PROPRIO —> Si sviluppa il legame di attaccamento vero e proprio, che va man mano ad affinarsi col tempo
  • Dai 3 anni: FORMAZIONE DI LEGAMI —> La figura di riferimento è riconosciuta oltre alle sue caratteristiche fisiche, si è formato un legame e il bambino diventa consapevole del suo provare sentimenti





Mary Ainsworth portò un grosso contributo alla teoria infatti individuò i quattro tipi di attaccamento principali:

  • ATTACCAMENTO SICURO: Il bambino usa il genitore come base sicura per esplorare l’ambiente circostante quando quest’ultimo è presente e mostra disagio alla separazione, cercando attivamente il contatto e l’interazione alla riunione. Se il bambino è a disagio si fa consolare e poi riprende in breve tempo il gioco e l’esplorazione. La madre (o il caregiver) di questo tipo di bambino è disponibile, sensibile ai bisogni del bambino e risponde con amore alle richieste di protezione e/o conforto.
  • ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE: Il bambino non condivide la propria attività di gioco o esplorazione col genitore, non mostra troppo disagio alla separazione e alla riunione non cerca attivamente il genitore ma ne evita il contatto, distogliendo lo sguardo e continuando a giocare/esplorare. Il bambino non appare turbato se lasciato solo con un estraneo. Generalmente la madre di questo tipo di bambini respinge costantemente il figlio quando si avvicina per cercare conforto e protezione, così il bambino si adatta e impara a stare da solo, finendo per isolarsi eccessivamente.
  • ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE O RESISTENTE: Il bambino è sempre focalizzato sul genitore, ha difficoltà a esplorare l’ambiente o a giocare da solo. Prova grande disagio durante la separazione e manifesta rabbia e/o inconsolabilità alla riunione, alternate alla ricerca di contatto. Mostra paura o rabbia verso l’estraneo. È incline all’angoscia da separazione.
  • ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO: Il bambino presenta comportamenti che non appaiono organizzati in una strategia coerente. Generalmente manifesta comportamenti contraddittori, movimenti incompleti o interrotti, posture immobili, espressioni di paura… Questo è il tipo di attaccamento più disfunzionale e problematico.


Mary Ainsworth ideò un paradigma sperimentale per osservare il bambino e individuare il suo tipo di attaccamento con le figure genitoriali: la STRANGE SITUATION.

La strange situation è un paradigma sperimentale che attiva nel bambino comportamenti di attaccamento verso il caregiver in situazioni stressanti.

Dura 24 minuti ed è composta da 8 sequenze (3 min circa ciascuna) in cui il bambino passa da una situazione di basso stress a una di alto stress, in un ambiente estraneo.

Le 8 fasi sono:

  • -La madre e il bambino entrano nella stanza
  • -La madre si siede e il bambino gioca ed esplora l’ambiente
  • -Entra uno sconosciuto nella stanza, inizia parlare con la madre e socializza gradualmente col bambino
  • -La madre esce dalla stanza e lascia il bambino e l’estraneo da soli (1ª situazione di stress – basso stress) —> si osserva come si comporta il bambino lasciato da solo e come si comporta con l’estraneo
  • -La madre torna e consola il bambino mentre l’estraneo esce —> si osserva come si comporta il bambino alla riunione con la madre
  • -la madre esce di nuovo dalla stanza e il bambino resta completamente solo (2ª situazione di stress – alto stress) —> si osserva il comportamento del bambino lasciato solo (naturalmente se la situazione è troppo stressante per il bambino, si interrompe e la madre lo raggiunge)
  • -Lo sconosciuto torna e si avvicina al bambino —> si osserva comportamento alla riunione con lo sconosciuto con la madre ancora assente
  • -La madre torna e lo sconosciuto se ne va —> si osserva comportamento del bambino alla riunione con la madre


Durante queste operazioni, gli aspetti del comportamento del bambino maggiormente osservati sono 2:

  • Quanto il bambino esplora
  • La reazione del bambino all’ allontanamento e al ritorno della figura di riferimento

In base ai suoi comportamenti e alle sue reazioni è possibile inquadrare il bambino in uno specifico tipo di attaccamento.

È molto importante individuare precocemente il legame di attaccamento di un bambino coi suoi genitori perché da esso dipenderanno le modalità relazionali e il tipo di carattere che quella persona potrebbe
sviluppare nel corso della sua vita, e in caso di un attaccamento disfunzionale e inappropriato è bene intervenire tempestivamente con alcuni interventi per reindirizzare il bambino e i genitori verso la giusta strada per assicurare un corretto sviluppo al bambino.

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