La disabilità intellettiva

La disabilità intellettiva (DI) riguarda un problema dello sviluppo generale delle abilità cognitive che compromette il funzionamento adattivo della persona, la qualità della vita relazionale, la possibilità di essere autonomi nelle proprie scelte, di essere persone indipendenti e in grado di badare a sé stessi.

disabilità intellettiva




Caratteristiche della disabilità intellettiva

La disabilità intellettiva è un disturbo del neurosviluppo, infatti essa fa riferimento a una condizione in cui il bambino, durante lo sviluppo, non riesce ad acquisire il livello di competenza atteso nel dominio cognitivo, nell’apprendimento scolastico, in quello relazionale, nell’adattamento al proprio ambiente.

Tali deficit si manifestano nell’individuo prima dei 18 anni. Quando il ritardo interessa lo sviluppo motorio, l’acquisizione del linguaggio e comportamenti di relazione la DI può essere individuata già nei primi 2 anni di vita mentre un livello di gravità lieve può non essere identificato prima dell’ingresso nella scuola primaria.

La disabilità intellettiva costituisce un criterio diagnostico di esclusione per gli altri disturbi del neurosviluppo, con i quali tuttavia condivide il concetto dimensionale delle abilità da indagare in relazione all’età.

La condizione clinica può associarsi a sindromi genetiche, a malattie (ad esempio esiti di meningite) che intaccano il sistema nervoso centrale entro i 18 anni, ma anche a traumi neurologici subiti durante lo sviluppo.

I deficit devono essere confermati sia da una valutazione clinica che dalla somministrazione di test standardizzati e individualizzati.

Criteri diagnostici del DSM-5

Nella precedente versione del DSM la disabilità intellettiva era etichettata come “ritardo mentale”, si situava nell’asse II (assieme ai disturbi di personalità) e si caratterizzava per un “funzionamento intellettivo generale significativamente sotto la meda”, con specificati quattro gradi di gravità in base alla compromissione definita dal quoziente intellettivo.

Nella nuova versione del manuale (DSM-5), è stata richiamata l’attenzione sulla natura evolutiva del disturbo (come ADHD, autismo, ecc..).

Le caratteristiche fondamentali della disabilità intellettiva includono il funzionamento intellettivo ed il funzionamento adattivo.

  1. Il funzionamento intellettivo generale è definito dal quoziente di intelligenza (QI o equivalenti del QI). Un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media è definito da un QI di circa 70 o inferiore (circa 2 deviazioni standard al di sotto della media). Si dovrebbe notare che nella valutazione del QI esiste un errore di misurazione di circa 5 punti, di conseguenza, è possibile diagnosticare la disabilità intellettiva in soggetti con un QI tra 70 e 75, che mostrano deficit significativi anche nel comportamento adattivo.

Al contrario, un soggetto con QI appena inferiore a 70, se non presenta deficit significativi o compromissione del funzionamento adattivo, non dovrebbe ricevere la diagnosi di DI.

Per questo motivo la valutazione del quoziente di intelligenza è sempre un passaggio determinante nella definizione del disturbo.

  1. Il funzionamento adattivo fa riferimento all’efficacia con cui i soggetti fanno fronte alle esigenze più comuni della vita quotidiana e al grado di adeguamento agli standard di autonomia personale previsti per la loro particolare fascia di età, contesto socioculturale e contesto ambientale. Il funzionamento adattivo può essere influenzato da vari fattori, che includono l’istruzione, la motivazione, le caratteristiche di personalità, le prospettive sociali e professionali, i disturbi mentali e le condizioni mediche generali che possono coesistere con la disabilità intellettiva.

I problemi di adattamento sono più suscettibili di miglioramento con tentativi di riabilitazione di quanto non sia il QI cognitivo, che, pur in considerazione dell’errore standard di misurazione, tende a rimanere un attributo più stabile.

Il DSM-5, criterio B, richiede che sia riscontrato nel soggetto un deficit nel funzionamento adattivo in relazione allo sviluppo e alle attese socioculturali in uno o più dei seguenti ambiti: svolgere le attività di vita quotidiana, saper comunicare, essere in grado di partecipare alla vita sociale, essere in grado di vivere in modo indipendente. funzionamento adattivo andrà verificato, in base all’età, nel contesto familiare, scolastico, lavorativo e comunitario.



Esistono 4 livelli di gravità per la disabilità intellettiva

• Disabilità intellettiva di grado lieve

• Disabilità intellettiva di grado moderato

• Disabilità intellettiva di grado grave

• Disabilità intellettiva di grado profondo o estremo

Caratteristiche tipiche dei vari livelli di gravità

  1. Disabilità intellettiva di grado lieve :

Questo gruppo costituisce la parte più ampia dei soggetti: circa l’ 83-85%.

I soggetti con questo livello di disabilità tipicamente sviluppano capacità sociali e comunicative negli anni prescolastici (da 0 a 5 anni di età), hanno una compromissione minima nelle aree senso-motorie e spesso non sono distinguibili dai bambini senza disabilità fino all’ingresso nella scuola primaria. Prima dei 20 anni, possono acquisire capacità scolastiche di lettura e scrittura corrispondenti all’incirca alla quinta classe primaria. Durante l’età adulta, persone con questo livello di sviluppo di solito acquisiscono capacità sociali e occupazionali adeguate per un livello minimo di autosostentamento, ma possono aver bisogno di appoggio, di guida e di assistenza, specie quando sono sottoposti a stress sociali o economici inusuali. Con i sostegni adeguati, i soggetti con disabilità intellettiva di grado lieve possono di solito vivere con successo nella comunità, o da soli o in ambienti protetti.

  1. Disabilità intellettiva di grado moderato :

Questo gruppo costituisce circa il 10-14% dell’intera popolazione di soggetti con disabilità intellettiva.

La maggior parte dei soggetti con questo livello di disabilità acquisisce il linguaggio e le abilità prescolastiche molto lentamente. Durante la scuola primaria, i progressi in lettura, scrittura, matematica e la comprensione del trascorrere del tempo e dell’uso del denaro, avvengono molto lentamente, oltre a essere anche marcatamente limitati rispetto a quelli dei coetanei. Essi con una moderata supervisione, possono provvedere alla cura della propria persona. Possono anche beneficiare dell’addestramento alle attività sociali e lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda classe primaria nelle materie scolastiche. Al termine del periodo evolutivo possono acquisire un’organizzazione cognitiva tra i 4 e i 7 anni. Possono imparare a spostarsi da soli in luoghi familiari. Durante l’adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i coetanei. Nell’età adulta, la maggior parte riesce a svolgere lavori non specializzati, sotto supervisione, in ambienti di lavoro protetti o normali. Essi si adattano bene alla vita in comunità, di solito in ambienti protetti.

  1. Disabilità intellettiva di grado grave :

Questo gruppo costituisce il 3-4% dei soggetti con disabilità intellettiva.

Durante la prima fanciullezza questi soggetti acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo (i limiti coinvolgono il lessico e la costruzione della frase: la produzione verbale è costituita prevalentemente da singole parole o frasi semplici). Durante il periodo scolastico possono imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività elementari di cura della propria persona. Essi traggono un beneficio limitato dall’insegnamento delle materie scolastiche, come familiarizzarsi con l’alfabeto e svolgere semplici operazioni aritmetiche, ma possono acquisire capacità quali imparare a riconoscere a vista alcune parole per le necessità elementari. Nell’età adulta possono essere in grado di svolgere compiti semplici in ambienti altamente protetti. Possono essere presenti comportamenti autolesivi e di disadattamento. La maggior parte di essi si adatta bene alla vita in comunità, in comunità alloggio o con la propria famiglia, a meno che non abbiano una disabilità associata che richieda assistenza specializzata o altre cure.

  1. Disabilità intellettiva di grado profondo o estremo

Costituisce circa l’1-2% dei soggetti con disabilità intellettiva.

La maggior parte dei soggetti con questa diagnosi ha una condizione neurologica diagnosticata che spiega il disturbo. Durante la prima infanzia, essi mostrano considerevole compromissione del funzionamento senso-motorio. Uno sviluppo ottimale può verificarsi in un ambiente altamente specializzato con assistenza e supervisione costanti e con una relazione personalizzata con la figura che si occupa di loro. Lo sviluppo motorio e le capacità di cura della propria persona e di comunicazione possono migliorare se viene fornito un adeguato addestramento. Alcuni possono svolgere compiti semplici in ambienti altamente controllati e protetti. Possono essere presenti, in una piccola parte di questi soggetti, comportamenti disadattativi.



Il DSM-5 descrive i vari livelli di gravità all’interno dei seguenti tre domini

1. dominio concettuale: comprende competenze linguistiche, abilità di lettura, scrittura, matematica, ragionamento, memoria e anche conoscenze generiche;

2. dominio sociale: riguarda la capacità empatica, il giudizio sociale e interpersonale, la capacità di comunicazione, la capacità di fare e mantenere amicizie e capacità similari;

3. dominio pratico: concerne la gestione di ambiti personali come il sapersi prendere cura di se stessi, la responsabilità sul lavoro, la gestione del denaro o le attività svolte nel tempo libero. Si include anche l’aspetto organizzativo della scuola e dei compiti lavorativi.

Cause della disabilità intellettiva

Le cause della DI possono essere di origine biologica o ambientale.

Le cause biologiche si distinguono in :

  • genetiche (ad es. vari sindromi genetiche, quali la sindrome di Down, la Sindrome di Williams, la Sindrome di Prader-Willi, ecc..) circa 2/3 delle diagnosi di DI sono dovute a cause genetiche
  • non genetiche: prenatali (ad es. malattie in gravidanza o abuso di alcol e droghe in gravidanza…), perinatali (ad es. nascita prematura, complicazioni nel parto, asfissia…) e postnatali (ad es. malattie o traumi nel bambino appena nato…)

Alcune cause ambientali invece possono essere, ad esempio: gravi carenze educative o svantaggio socio-culturale per il bambino, queste costituiscono una minoranza

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