Molestie sessuali

Molestie sessuali

molestie sessuali

Per molestia si intende qualsiasi comportamento indesiderato a connotazione sessuale, o qualsiasi tipo di discriminazione basata sul sesso, che offende la dignità di uomini e donne. Sono compresi tutti gli atteggiamenti indesiderati di tipo fisico, verbale e non verbale, tali da creare un ambiente intimidatorio, ostile, offensivo, umiliante.

È il soggetto che subisce le molestie a definirle tali, infatti alcuni comportamenti non rappresentano di per sé una molestia, ma lo diventano se chi li subisce li reputa sgraditi, inappropriati, offensivi, inopportuni.

Anche un solo atto é definito molestia, però generalmente le molestie sessuali sono un insieme di atti ripetuti nel tempo e i molestatori sono spesso seriali.

l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) afferma che “benché anche un unico evento sia sufficiente, le molestie sessuali consistono spesso in atti indesiderati, non reciproci ed imposti che possono avere gravi conseguenze per le persone (che ne sono vittime). Le molestie sessuali possono includere toccamenti, sguardi, atteggiamenti, scherzi, linguaggio sessualmente allusivo, allusioni alla vita privata delle persone o al suo orientamento sessuale, insinuazioni con contenuti sessuali, commenti sull’aspetto fisico o sull’abbigliamento, il fissare insistentemente una persona o parti del suo corpo” (Milczarek, 2010)

Louise Fitzgerald (Fitzgerald, 1990) identificò 3 tipi principali di molestie:

  • MOLESTIE DI GENERE: Commenti offensivi, osservazioni inappropriate sull’aspetto fisico, allusioni sessuali, esposizione di immagini pornografiche
  • ATTENZIONI SESSUALI INDESIDERATE: Proposte insistente di appuntamenti, contatti fisici indesiderati e che provocano disagio
  • COERCIZIONE SESSUALE: minacce e ricatti sessuali (detti “quid pro quo”)




Secondo una ricerca dell’ISTAT in Italia del 2018 nel corso della vita il 7,5% delle donne ha subito ricatti sessuali sul lavoro (soprattutto nel momento dell’assunzione), in 1/3 dei casi le pressioni sono quasi quotidiane e solo il 20% di loro ne parla sul lavoro.

Le donne più colpite dalle molestie sono:

  • Le donne più vulnerabili o che già subiscono discriminazioni di altro tipo (es. disabili, lesbiche, trans, immigrate, donne con problemi economici, ecc…) in quanto sono più facili da sottomettere e da colpire
  • Donne che rivestono un ruolo di autorità e che per questo minacciano la superiorità, la virilità e l’ego maschile

Anche gli uomini possono subire molestie sessuali, in particolare se sono in situazione di vulnerabilità, perché giovani, gay o minoritari in un ambiente di lavoro prevalentemente femminile.

Le vittime difficilmente protestano o denunciano, a meno di essere fortemente sostenute, e le molestie restano così invisibili. Ciò avviene per diversi motivi:

  • Molto spesso le molestie restano invisibili alle vittime stesse che non capiscono bene o non realizzano quello che sta succedendo. Si chiedono quando si tratti di molestie e quando di semplici flirt, complimenti, scherzi o di qualcuno che svolge il suo lavoro (ad es. un medico che sta eseguendo una visita). Spesso le donne non riconoscono la violenza o se ne rendono conto troppo tardi e ciò provoca in loro forte confusione, sofferenza, rabbia, senso di colpa, fastidio. Per rimanere impuniti frequentemente sono i molestatori stessi che cercano di indurre questo stato di confusione (esempio: un medico eseguendo una visita, tocca la donna in modo inappropriato approfittandosi della situazione e nel momento in cui la donna, sentendosi a disagio, esprime il suo dissenso, l’uomo controbatte dicendo “ma cosa vai a pensare?! Ti sto solo visitando, lasciami fare il mio lavoro” e la donna resta confusa domandandosi se abbia frainteso la situazione o meno)
  • Si sentono In colpa perché pensano di aver provocato loro stesse gli abusi con atteggiamenti seduttivi. Nella nostra società molto spesso si tende a colpevolizzare la vittima (“se l’è cercata”)
  • Hanno paura di subire ritorsioni, bullismo, mobbing o restare isolate (ad esempio denunciando una molestia sul luogo di lavoro)
  • Pensano che comunque nessuno crederebbe loro e rinunciano
  • Hanno un istinto di protezione e preoccupazione per l’uomo ( le donne per natura tendono ad essere più sensibili e protettive, quindi in certe situazioni non denunciano perché si preoccupano per quello che potrebbe accadere all’uomo, con cui magari hanno un legame, ad esempio se si tratta di un parente, un conoscente, un professore che rispettano, ecc…)

Si stima che solo tra il 5% e il 30% delle vittime segnali le molestie e che meno dell’1% inizi un procedimento giudiziario.

Le donne non sono deboli e passive, mettono in atto delle strategie per superare le molestie: anche la semplice resistenza, continuare a svolgere il proprio lavoro o ignorare il molestatore implicano grande forza. Alcune donne minimizzano convincendosi che quella non fosse una violenza, altre invece reagiscono attivamente (ad esempio rivolgendosi a un superiore, denunciando o contrattaccando verbalmente o fisicamente l’aggressore).

CONSEGUENZE DELLE MOLESTIE

1) Sulla salute fisica e psicologica:

  • Sentimenti di rabbia, frustrazione, impotenza
  • Depressione, disturbo post traumatico da stress, ansia, stress cronico
  • Disturbi alimentari e del sonno
  • Mal di schiena, malattie cardiache
  • Comportamenti a rischio (consumo di nicotina, alcol, droghe, farmaci)

2) Abbandono degli studi/ del lavoro/ dello sport

3) Maggiori incidenti sul lavoro dovuti al fatto che lo stress influisce sull’attenzione

4) Conseguenze per l’azienda/ l’associazione sportiva/ la scuola/ ecc.. in cui si è svolta la molestia

Esiste un movimento chiamato Me Too, fondato nel 2006 negli USA da un’attivista afroamericana di nome Tarana Burke, che ha l’obiettivo di denunciare le molestie e le violenze maschili contro le donne. Questo movimento ha avuto una diffusione planetaria, l’ashtag Me Too è circolato in almeno 85 paesi e non solo in Occidente. Esso ha spinto e incoraggiato moltissime donne a uscire dal loro silenzio, dalla loro vergogna, umiliazione e solitudine e a raccontare le loro storie, obbligando la società ad ascoltarle e a riconoscere l’esistenza e l’enormità del problema. Una critica che è stata mossa al movimento è che esso ha preso slancio grazie al racconto dell’esperienza di alcune attrici, quindi di donne famose, quasi tutte bianche, dotate di mezzi economici e potere.. mentre le voci delle donne povere, non bianche, disabili o appartenenti al mondo LGBTQ sono rimaste emarginate e hanno avuto minor considerazione.

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Fitzgerald LF. (1990) “Sexual harassment: the definition and measurement of a construct”,
Milczarek, M. (2010) Workplace Violence and Harassment: a European Picture, European Agency for Safety and Health at Work (EUOSHA), Luxembourg

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