Cosa sono il Mobbing e lo Straining: due fenomeni distinti ma altrettanto distruttivi
Il Mobbing e lo Straining sono due fenomeni di matrice comune, entrambi infatti nascono e proliferano nell’ambiente lavorativo ma si differenziano in un aspetto fondamentale: la durata nel tempo.
Lo Straining
Lo Straining è una condizione psicologica di recente individuazione che viene posta a metà strada tra il Mobbing e il semplice stress occupazionale, in questo caso, l’azione vessatoria non è per forza continuativa e la situazione stressante non viene necessariamente ripetuta nel tempo.
Quindi, è bene specificare che, è sufficiente anche una sola azione lesiva purché i suoi effetti siano duraturi nel tempo.
Il termine straining deriva dall’inglese “to strain”, traducibile con il significato di “mettere sotto pressione”, “stringere”.
Esempi tipici sono: demansionamento, dequalificazione, privazione degli strumenti di lavoro, costrizione all’inattività, o nell’abuso del trasferimento, della trasferta, del distacco o esclusione dal flusso di informazione.
Il comportamento del datore di lavoro tende a svuotare il lavoratore dei ruoli professionali precedentemente acquisiti rendendolo una semplice figura operativa (responsabilità, progetti connessi, compiti tipici della sua funzione progressivamente affidati ad altri colleghi ); questa azione nel tempo porta non solo a uno “svuotamento” di ruolo, ma anche a una deprivazione della persona che subisce l’umiliazione nel vedere disposto dai vertici lo sgretolamento progressivo della propria carriera professionale e una vanificazione della preparazione professionale necessaria per ricoprire il precedente ruolo lavorativo.
E’ quindi utile ricordare che seppure non vi sia reiterazione temporale, queste condotte sono civilmente sanzionate ai sensi dell’art. 2087 c.c., che impone al datore di lavoro non soltanto di non assumere condotte vessatorie nei confronti del lavoratore (cd. “azioni stressogene”) ma anche di garantirgli lo svolgimento della sua prestazione in condizioni di sicurezza e salubrità ambientale, dovendo adottare tutte le tutele necessarie per mantenere integra sia la capacità psico-fisica che la sua personalità morale.
Il Mobbing
Il mobbing è un fenomeno sociale estremamente preoccupante al punto tale che, negli ultimi anni, il termine è entrato a far parte del linguaggio comune.
Il concetto derivante dall’inglese [to] mob “assalire, molestare”, e si riferiva a una pratica anti-predatoria, caratterizzata da violenza fisica, osservata in un gruppo di uccelli da Konrad Lorenz, padre dell’etologia. Oggi grazie agli studi nell’ambito della psicologia del lavoro ed in particolare dello psicologo Harald Ege, con mobbing intendiamo
una forma di “terrore psicologico sul luogo di lavoro”, indicante uno stato di conflittualità sistematica e persistente contro un lavoratore per emarginarlo o escluderlo dal contesto lavorativo.
È opportuno sottolineare la parola persistente poiché è proprio in questa che risiede la differenza con lo straining ed è proprio a causa di questa modalità che il mobbing diviene qualcosa di lacerante per la vittima, una sorta di goccia cinese che impone il suo sfiancante peso per lunghi periodi di tempo.
Le forme del Mobbing e dello Straining
Qual è il motore di questi fenomeni? Cosa porta il mobber a prendere di mira il mobbizzato?
I motivi sono riscontrabili in: posizione lavorativa, percezione sociale e culturale che si ha dell’individuo, questioni legate all’invidia e alla gelosia.
Esistono diverse modalità, può essere realizzato :
- dal datore di lavoro (mobbing verticale discendente o bossing),
- dai colleghi (mobbing orizzontale),
- sia dal datore di lavoro che dai colleghi (mobbing misto) ,
- dai sottoposti nei confronti del superiore (mobbing verticale ascendente).
Come difendersi da Mobbing e Straining
Abbiamo finora fornito un inquadramento teorico del fenomeno ma è necessario offrire una guida pratica per salvaguardare in maniera diretta o indiretta chi subisce questa azione di abuso.
È doveroso quindi stilare una lista di semplici istruzioni per evitare il proliferare della situazione:
- Prendere consapevolezza di ciò che si sta subendo, non minimizzare.
- Documentare gli episodi attraverso un registro dettagliato degli episodi, con date, orari, persone implicate, descrizione dei comportamenti e il loro impatto sulla vita lavorativa e emotiva.
- Chiedere aiuto nel luogo di lavoro: parlare con un collega fidato, rivolgersi al rappresentante sindacale o al responsabile delle risorse umane.
- Cercare aiuto esterno: rivolgersi a un consulente o un professionista della salute mentale (Psicologo o Psicologo del lavoro) che possa fornire supporto e/o orientamento durante questa ardua situazione.
- Opzioni legali: valutare la possibilità di consultare, se necessario, un consulente legale specializzato in diritto del lavoro.
Cosa subisce chi è vittima di mobbing?
La vittima è un po’ come Atlante, sostiene il peso di molestie, sabotaggio professionale, aggressioni fisiche o verbali e il carico di tutto questo peso influenzerà negativamente il suo vissuto, causando stress, paure, emarginazione e spesso disturbi importanti quali: ansia, depressione, alterazioni del ritmo sonno-veglia, vertigini, cefalea e ritiro sociale.
Su questo ultimo punto è opportuno porre maggiore attenzione; se presente il fenomeno, così come avviene nel mondo animale così avviene nel mondo lavorativo, il “predatore” isola la vittima per poi renderla in maggior misura vulnerabile e facilmente attaccabile, aumentando il suo potere su di essa .
L’attacco è a tuttotondo, per capire meglio i fenomeni e le loro implicazioni psicologiche, è possibile pensare all’immagine di lanciare un pugno di piccoli spilli; alla vittima arriverebbero tante piccole ferite da mille diverse angolazioni e questa, con l’intento di salvaguardarsi o liberarsene, arriverebbe a conficcarli ancora più in profondità, e nel profondo sperimenterebbe la sensazione di sentirsi inadeguata e sola nella sua condizione.
