Cosa sono le parafilie? Nel DSM V, il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali nel suo quinto volume, si trova uno studio dettagliato su questo tema. La categorizzazione delle parafilie nel DSM-5 mira a fornire una base per una classificazione e diagnosi più precisa dei disturbi sessuali anomali, consentendo un trattamento e un supporto adeguati per questi disturbi.
Definizione delle Parafilie
Le parafilie sono un gruppo di disturbi sessuali caratterizzati da interessi sessuali ricorrenti e intensi verso oggetti, situazioni o attività non convenzionali. Sebbene alcune parafilie possano comportare una certa forma di rischio o intrusione nella vita di altre persone, non tutte le parafilie causano necessariamente problemi nel funzionamento sociale o lavorativo dell’individuo.
Il termine parafilia sostituisce quello classico di perversione, precedentemente usato per definire quadri clinici dominati dall’esistenza di pratiche erotiche distorte, necessarie per ottenere il piacere sessuale. Comportamenti sessuali che escludono tali pratiche non permettono di raggiungere l’orgasmo.
Nella nosografia psichiatrica il termine parafilia è stato introdotto nel DSM III per definire sindromi psicosessuali “caratterizzate da eccitamento in risposta a oggetti o situazioni sessuali che non fanno parte delle modalità normali di eccitamento e che, in grado variabile, possono interferire con la capacità di attività sessuali reciproche ed affettuose“.
Nel DSM V viene introdotta la distinzione tra Parafilia e Disturbo Parafilico evidenziando che la presenza di un orientamento parafilico non implica necessariamente la presenza di un disturbo.
Il disturbo parafilico si definisce secondo i seguenti parametri:
- tende a diventare esclusivo
- compare in maniera impulsiva e, talora, compulsiva
- per risultare soddisfacente necessita di rituali e di situazioni particolari e ripetitive
- conduce ad un piacere sessuale parziale, mai sentito come sufficiente
- ha una dimensione personale interna ed esclusiva di segretezza
- il piacere del partner non è indispensabile
Malgrado si ritenga che i comportamenti parafilici siano prevalenti nell’uomo , con un rapporto ipotizzato di 20 a 1 , ciò non significa che non siano presenti anche nel sesso femminile. Probabilmente nel sesso femminile questi comportamenti hanno un destino clinico diverso a causa di fattori socio-culturali e antropologici oltre che individuali e psicologici.
Distinzione tra fantasia parafilica e parafilia
Esiste sicuramente una relazione tra fantasia parafilica e parafilia ma questa non è costante. Esistono infatti fantasie parafiliche senza che compaia il corrispondente comportamento parafilico.
Le fantasie parafiliche presentano le seguenti caratteristiche:
- non sono esclusive fantasie sessuali
- non sono indispensabili per raggiungere l’orgasmo
- non diventano l’unica pratica sessuale
- precedono il rapporto e tendono al raggiungimento del piacere
- fanno parte dell’erotismo di coppia
- se agite è per il piacere di entrambi i partners
Criteri diagnostici per le parafilie secondo il DSM V
Nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), pubblicato dall’American Psychiatric Association, le parafilie sono state ridisegnate e riorganizzate in modo significativo rispetto alla versione precedente. Il DSM-5 introduce il concetto di “disturbi parafilici” per indicare casi in cui l’individuo sperimenta una parafilia che causa disagio personale o rappresenta un rischio per la sicurezza o il benessere degli altri.
Inoltre, viene sottolineata la differenza tra una preferenza sessuale atipica o insolita e un disturbo parafilico vero e proprio.
I criteri diagnostici per le parafilie secondo il DSM-5 hanno cercato di fornire una definizione chiara e precisa dei diversi disturbi sessuali che rientrano in questa categoria. Le parafilie sono descritte come condizioni caratterizzate da fantasie sessuali, impulsi intensi o comportamenti ricorrenti, che coinvolgono oggetti non umani, sofferenza o umiliazione di sé stesso o del partner, o bambini o adulti non consenzienti.
Per soddisfare i criteri diagnostici per una parafilia, un individuo deve sperimentare un’intensa e persistente eccitazione sessuale associata a fantasie, desideri o comportamenti che coinvolgono le seguenti condizioni: l’uso di oggetti non umani quali indumenti intimi o parti del corpo non genitali, il desiderio di soffrire o umiliare sé stesso o il proprio partner, il coinvolgimento di bambini o adulti non consenzienti.
I criteri specifici per ciascuna parafilia variano leggermente a seconda del disturbo in questione.
E’ importante notare che la presenza di una parafilia non implica necessariamente la presenza di un disturbo.
Secondo il DSM-5, una parafilia può essere considerata un disturbo solo se causa disagio o disfunzione clinicamente significativa.
Per soddisfare i criteri diagnostici per queste parafilie, è necessario che i desideri, le fantasie o i comportamenti siano presenti per un periodo di almeno sei mesi e che causino disagio clinicamente significativo o interferiscano nella vita quotidiana del soggetto.
Un disturbo parafilico deve presentare quindi le seguenti caratteristiche:
- causare angoscia personale che non è limitata al fatto di avere disapprovazione sociale;
- comportare disagio psichico o fisico, lesioni o la morte di altre persone;
- causare comportamenti sessuali che coinvolgano persone non in grado di dare un valido consenso o persone non consenzienti
Alcuni individui con parafilie non mostrano comportamenti sessuali problematici o illegali e sono in grado di gestire in modo sano le loro fantasie o desideri.
Principali tipologie di parafilie nel DSM V
Le principali forme di parafilia identificate nel DSM V sono le seguenti:
- Esibizionismo: Esibizione davanti ad estranei dei propri genitali come mezzo per ricavare piacere suscitando nell’altro una forte reazione emotiva. L’orgasmo è raggiunto mediante la masturbazione durante o dopo l’atto di esibizione
- Feticismo: utilizzazione di oggetti inanimati (calze, scarpe indumenti intimi) come metodo preferito o esclusivo per il raggiungimento dell’eccitazione sessuale. Il feticismo confina con il parzialismo
- Feticismo di travestimento: Indossare abiti dell’altro sesso come mezzo per eccitarsi. Gli abiti possono essere solo indumenti intimi o un abbigliamento completo. Non viene mai raggiunto il grado di femminilità presente nel transessualismo da cui si differenzia perché nel travestitismo non è coinvolta l’identità di genere.
- Frotteurismo: l’esperienza eccitante fondamentale è la percezione del tatto, cioè ricorrenti o e intensi impulsi di toccamento nei confronti di una persona non consenziente. Può essere di orientamento omossessuale oppure eterosessuale
- Masochismo sessuale : L’eccitamento sessuale viene raggiunto attraverso la sofferenza, umiliazione fustigazioni, percosse ed altre attività minaccianti. Nella relazione sadico-masochistica gli atti possono essere compiuti in compagnia ed accordo con il partner
- Sadismo sessuale: infliggere ad altri, consenzienti o meno, sofferenze corporali o mentali, allo scopo di eccitarsi (è la sofferenza della vittima a produrre l’eccitamento sessuale)
- Pedofilia: fantasie o pratiche erotiche che coinvolgono bambini in età prepubere come preferenziale o esclusiva forma di comportamento sessuale adulto
- Voyeurismo: l’eccitazione è prodotta dall’osservare persone ignare mentre sono nude o nell’atto di spogliarsi o impegnate in qualche attività sessuale. Di solito è accompagnato dalla masturbazione.
Oltre a questi disturbi tra i disturbi parafilici non altrimenti specificati sono inclusi
- Zoofilia: rapporto sessuale tra un uomo e un animale. Relazioni sessuali con animali sono presenti in alcune parti del mondo dove rigide convenzioni sociali precludono attività sessuali prematrimoniali.
- Necrofilia: passione morbosa e talvolta stupro rivolta ad un corpo morto. Può complicarsi con necromania (attrazione morbosa per i cadaveri e tutto quello che riguarda l’ambiente funerario) necrosadismo (atti sadici su cadaveri) pedonecrofilia (verso cadaveri di bambini ) fino all’omicidio sessuale.
- Coprofilia: pulsione sessuale in cui vengono adoperati allo scopo di eccitarsi, escrementi altrui. Fa parte della coprofilia lo Skat ovvero l’attrazione sessuale nei confronti delle feci e degli escrementi umani che comprende lo skat in pubblico , ovvero defecare in un luogo pubblico all’interno dei vestiti o per terra , il giocare con le feci e il panty poop, defecando sul partner o facendosi defecare addosso con o senza vestiti, l’eating che consiste nel defecare sul viso o nella bocca del partner e altre pratiche analoghe.
- Clismafilia: meglio conosciuta come clisteromania , è una forma di erotismo in cui il piacere scaturisce dalla pratica del clistere eseguito su di sè o sugli altri; in questa forma sembrano convergere aspetti sadici e omosessuali.
- Urofilia: Piacere sessuale associato alla fantasia o all’atto della minzione sul partner o su se stessi
- Parzialismo: il piacere è raggiunto prediligendo una specifica parte non genitale del corpo (ad esempio i piedi)
- Scatologia telefonica: l’eccitamento sessuale è prodotto dal molestare una vittima non consenziente mediante telefonate oscene
È importante sottolineare che la presenza di una parafilia di per sé non indica una condizione patologica, ma solo quando causa stress significativo o danni a livello sociale o personale.
Trattamento ed intervento terapeutico per le parafilie
Il trattamento e l’intervento terapeutico per le parafilie giocano un ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita delle persone che ne soffrono. Poiché le parafilie sono disturbi complessi e multi-dimensionali, è fondamentale adottare un approccio terapeutico personalizzato che tenga conto delle specifiche esigenze e del contesto individuale di ogni paziente.
Una delle modalità di intervento terapeutico più utilizzate è la terapia cognitivo-comportamentale (TCC). Questo approccio si concentra sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali associati alle parafilie. Mediante tecniche come la ristrutturazione cognitiva e l’esposizione graduale, i terapeuti aiutano i pazienti a identificare i pensieri distorsivi legati alle loro fantasie sessuali devianti e a sostituirli con pensieri più sani e funzionali.La terapia cognitivo-comportamentale può inoltre includere l’insegnamento di abilità sociali per favorire il corretto sviluppo delle relazioni interpersonali.
Oltre alla terapia cognitivo-comportamentale, possono essere utilizzati anche farmaci per affrontare i sintomi associati alle parafilie. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono spesso prescritti per ridurre l’ansia e il desiderio sessuale compulsivo.
Altri farmaci come gli antiandrogeni possono essere utilizzati per ridurre gli impulsi sessuali indesiderati.
Critiche alla classificazione delle parafilie nel DSM V
Controversie e critiche sono state sollevate riguardo alla classificazione delle parafilie nel DSM V.
Alcuni professionisti della salute mentale sostengono che le parafilie non dovrebbero essere considerate come disturbi mentali, ma piuttosto come varianti di interesse sessuale.
La classificazione nel DSM V ha ricevuto critiche anche per l’inclusione di alcune condizioni, come la “disforia da orientamento sessuale”, che molti ritengono non abbia basi scientifiche solide. Alcuni esperti sostengono che una classificazione basata sul comportamento sessuale rischia di stigmatizzare e patologizzare persone che potrebbero avere interessi sessuali non convenzionali, ma che comunque non causano danni agli altri o a sé stessi. Inoltre, alcune delle definizioni e dei criteri diagnostici nel DSM V sono stati ritenuti vaghi e soggettivi, lasciando spazio a interpretazioni e potenziali abusi nella diagnosi delle parafilie.
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI SECONDO IL DSM V