Sociopatia e Psicopatia

Sociopatia e Psicopatia

Nel linguaggio comune i termini “psicopatico” e “sociopatico” vengono utilizzati in modo interscambiabile. Nella letteratura, ad esempio, nel romanzo “Il silenzio degli innocenti”, Thomas Harris descrive Hannibal Lecter come un “puro sociopatico”, mentre l’autore della versione cinematografica lo definisce un “puro psicopatico”. Ma qual è la differenza tra uno psicopatico ed un sociopatico ?



Spesso viene adoperato il termine ‘sociopatia’, anziché ‘psicopatia’, in quanto è meno probabile che venga confuso con psicosi o follia.

Dunque, clinici, ricercatori, sociologi e criminologi, che riconducono la sindrome a determinanti sociali ed esperienze precoci, preferiscono il termine ‘sociopatico’, mentre coloro, che ritengono che anche fattori psicologici, biologici e genetici concorrano allo sviluppo della sindrome usano generalmente il termine ‘psicopatico’. Per tale ragione, dunque, lo stesso individuo potrebbe essere diagnosticato come sociopatico da un esperto e come psicopatico da un altro.

Le radici del disturbo sono invece poco chiare, ma c’è un incremento delle evidenze empiriche che rilevano l’importanza dei fattori genetici, la presenza di precursori della psicopatia osservabili sin dall’infanzia e l’associazione tra la psicopatia ed una serie di anomalie neurobiologiche (Patrick, 2006; Viding et al., 2005).

In analogia allo sviluppo delle teorie eziologiche sulla psicopatia, questi cambiamenti comportamentali furono classificati sotto l’etichetta di ‘sociopatia acquisita’ (Blair e Cipolotti, 2000; Eslinger e Damasio, 1985).

Una definizione che sembra avere lo stesso significato di ‘psicopatia’ o ‘sociopatia’ è quella di disturbo antisociale di personalità, descritto già nella terza edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-III, 1980).

Il Disturbo Antisociale di Personalità (DAP) e il Disturbo Psicopatico di Personalità o Psicopatia (DPP)

Il Disturbo Antisociale di Personalità (DAP) e il Disturbo Psicopatico di Personalità o Psicopatia (DPP) sono stati per lungo tempo valutati e adoperati come sinonimi, tanto che nel DSM-IV-TR (2000) era incluso solo il DAP ma non vi era riferimento alcuno rispetto al DPP.

DAP e DPP sono due disturbi distinti (Hare 1996). Ambedue sono contrassegnati da un pattern durevole di comportamenti antisociali che si manifestano durante l’infanzia; ma la DPP include anche specifici deficit emotivi e interpersonali.

DPP è il primo disturbo di personalità riconosciuto in ambito psichiatrico; la moderna concezione di Psicopatia è stata introdotta da Clerckley, che ne fa menzione nel suo noto scritto divulgativo the Mask of Sanity (1941), e poi raffinata da Hare con la costruzione della PCL (1980, 1991) strumento per la valutazione del disturbo.




Definizione di psicopatia

La Psicopatia è un disturbo di personalità caratterizzato da caratteristiche interpersonali, affettive e comportamentali (Hare 1988).

Tali caratteristiche coincidono con i 20 item della PCL-R, un’intervista semi strutturata diretta a ricercare la presenza di queste caratteristiche utilizzando le informazioni affiorate nel corso dell’intervista e altre informazioni collaterali ricavabili da fonti esterne (medici, parenti, rapporti polizia, relazioni scolastiche o lavorative).

Gli items /gli aspetti caratteristici del disturbo sono:

  • Loquacità/Fascino Superficiale: un soggetto disinvolto, loquace, verbalmente pronto, che lascia filtrare una sorta di fascino falso e superficiale. Il soggetto è spesso un conversatore divertente e piacevole, è sempre pronto a fornire una risposta rapida e intelligente ed è capace di raccontare incerte, ma convincenti storie che hanno il fine di mettersi in buona luce.
  • Senso Grandioso del Sé: il soggetto ha una opinione copiosamente esagerata delle sue abilità e del proprio valore. Appare spesso sicuro di sé, supponente e arrogante durante l’intervista, dando l’impressione di recitare o tenere una conferenza stampa. Il suo ego tronfio e l’esagerata considerazione per le sue abilità sono sorprendenti, dati gli avvenimenti della sua vita.
  • Bisogno di Stimoli/Propensione alla Noia: appare come un soggetto che attesta un sovrabbondante bisogno di stimoli nuovi ed eccitanti ed una inusuale propensione alla noia. Generalmente mostrerà un forte interesse nell’assumere rischi e nel fare cose che sono eccitanti e rischiose.
  • Menzogna Patologica: per il soggetto bugia e inganno sono alla base delle interazioni con gli altri. Elabora resoconti del suo passato, pur sapendo che la sua storia può essere facilmente screditata. Mostra un’elaborata prontezza nel mentire.
  • Impostore/Manipolativo: inganno, frode, defraudare o manipolare gli altri è un aspetto caratteristico. Utilizza macchinazioni mosse dal desiderio di guadagno personale (soldi, sesso, prestigio, potere) e compiute senza preoccupazione per gli effetti potenziali sulle vittime.
  • Assenza di Rimorso o di Senso di Colpa: mostra una generale mancanza di preoccupazione per le conseguenze negative delle sue azioni. Mosso dagli effetti positivi che le sue azioni possono portargli.
  • Affettività Superficiale: incapace di provare una normale gamma e profondità di emozioni: freddo e privo di emozioni. Le emozioni esibite sono spesso teatrali, superficiali e di breve durata, e lasciano un attento osservatore con l’impressione che il soggetto stia recitando.
  • Insensibilità/ Mancanza di Empatia: profonda mancanza di empatia, insensibilità e disprezzo per i sentimenti, i diritti e il benessere altrui.
  • Stile di vita parassitario: la dipendenza finanziaria dagli altri è una parte intenzionale del suo stile di vita. Fa continuamente affidamento sulla famiglia, i parenti, gli amici o i contributi di assistenza sociale.
  • Deficit del controllo comportamentale: inadeguato controllo del comportamento: collerico o irritabile. Risponde alla frustrazione, al fallimento, o alla critica con comportamenti violenti, minacce o abusi verbali.
  • Comportamento sessuale promiscuo: relazioni sessuali impersonali, superficiali o senza importanza. Ha frequenti legami casuali, selezione indiscriminata del partner sessuale, intesse più relazioni sessuali nello stesso tempo.
  • Problematiche comportamentali precoci: ha avuto gravi problemi comportamentali da bambino (ovvero prima dei 12 anni): comportamenti persistenti di menzogna, frode, furto, rapina, piromania, assenze ingiustificata da scuola, disturbo delle attività della classe, abuso di sostanze, vandalismo, violenza, bullismo, fughe da casa, e attività sessuali precoci.
  • Mancanza di Obiettivi Realistici/a Lungo Termine: mostra incapacità o mancanza di volontà nel formulare ed eseguire piani ed obiettivi realistici e a lungo termine. Tende a cambiare frequentemente i suoi piani. Nessuna preoccupazione o progetto per il futuro.
  • Impulsività: comportamenti impulsivi, non premeditati, e carenti di riflessione o anticipazione. Non valuta i pro e i contro di una linea di condotta né esaminare i probabili esiti delle sue azioni per sé stesso o per gli altri.
  • Irresponsabilità: abitualmente fallisce nel completare o onorare gli obblighi e gli impegni verso gli altri. Nessun senso del dovere o lealtà verso famiglia, amici, impiego, società, ideali.
  • Incapacità di Accettare la Responsabilità delle Proprie Azioni: è riluttante ad accettare la responsabilità personale per le proprie azioni
  • Numerosi Rapporti di Coppia di Breve Durata: numerose relazioni coniugali, (relazioni di convivenza o impegnative)
  • Delinquenza in Età Giovanile: storia di comportamenti antisociali gravi da adolescente.
  • Revoca della Libertà Condizionale: un soggetto che, da adulto (dall’età di 18 anni in poi), ha violato una libertà condizionale o è fuggito da una istituzione.
  • Diverse Tipologie di Crimini Commessi: crimini (da adulto) che coinvolgono accuse o condanne per differenti tipi di reato.

Nonostante la scala sia stata sviluppata per valutare un costrutto unitario, l’analisi fattoriale ha analizzato la struttura fattoriale del costrutto evidenziando la presenza di due 2 fattori correlati, ciascuno dei quali include 2 componenti (Hare 2003). Il primo fattore descrive le caratteristiche emotive e interpersonali della psicopatia e include lo stile interpersonale arrogante e menzognero, e un’esperienza emotiva deficitaria. Il secondo fattore si riferisce alle manifestazioni impulsive, irresponsabili, antisociali e allo stile di vita parassitario. I due fattori mostrano validità discriminante in relazione a misure di personalità, comportamentali e psicofisiologiche (Hare 2003; Patrick et al. 2005).

In base alle caratteristiche appena evidenziate emerge come gli aspetti in comune tra questi disturbi siano limitati. A livello empirico, Hare (2003) ha osservato come solo il secondo fattore sia correlato positivamente alla diagnosi di DAP, mentre il primo fattore, quello che misura i tratti affettivi e lo stile interpersonale, è solo debolmente associato al DAP.

Allo stesso modo, in considerazione della estrema focalizzazione del DAP sui comportamenti esteriori e manifesti, è emerso che la percentuale della popolazione carceraria maschile che soddisfa i criteri del DAP oscilla tra il 50 e 80% (Hare 2003). Questo significa che fino a 8 reclusi su 10 possono avere una diagnosi di DAP.



Modifiche nel DSM-5

Nel DSM-5 sono state avviate alcune importanti modifiche.

Il DSM introduce una valutazione su cinque domini patologici di personalità (Antagonismo, Disinibizione, Psicoticismo, Affettività Negativa, Distacco) ciascuno caratterizzato da tratti specifici.

Combinando la valutazione relativa al funzionamento e quella relativa ai tratti, vengono proposti solo 6 Disturbi di Personalità (Antisociale/Psicopatico, Evitante, Bordeline, Narcisistico, Ossessivo-Compulsivo e Schizotipico) e per ognuno si traccia una descrizione narrativa dei deficit tipici nel funzionamento del sé e interpersonali, oltre che tratti e comportamenti caratteristici.

Il Disturbo Antisociale/Psicopatico è tra i disturbi mantenuti nella diagnosi per via del sostegno empirico, della validità e utilità clinica di questo disturbo, e si evidenzia la necessità di distinguere due sottotipi: Antisociale e Psicopatico.

 La base teorica da cui muove è il modello di Psicopatia di Patrick e collaboratori (2009), contraddistinto dall’individuazione di tre componenti comportamentali:

  • disinibizione (o disposizione a esternalizzare): riflette la mancanza di controllo emotivo e comportamentale;
  • sfrontatezza (o dominanza senza paura): definita come il coraggio negli ambiti sociali, emotivi e comportamentali, (collegata alla dominanza sociale e alla resilienza emozionale);
  •  meschinità (o superficialità e assenza di emozioni): definita come la ricerca aggressiva di risorse senza considerazione per gli altri.

I DISTURBI DI PERSONALITA’



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