L’eroina gialla è diventata, complici anche alcuni tristi e relativamente recenti fatti di cronaca, la protagonista del panorama delle droghe illegali e, inevitabilmente, quello dei nefasti effetti a esse collegati; ma quanto sappiamo di questa sostanza?
L’eroina gialla: una nuova droga?
In realtà, occorre puntualizzare che l’eroina gialla non è un nuovo tipo di stupefacente ma uno già conosciuto, quella bianca, sottoposta a processi chimici differenti che le conferiscono la colorazione con la quale è conosciuta in tutto il mondo, ed esattamente procedure che prevedono l’utilizzo di una minore quantità di solventi, cosa normale considerando che le aree geografiche d’origine, come l’Afghanistan, non sono molto fornite della chimica essenziale per una produzione qualitativamente elevata.
Inoltre, essa è composta non solo dal suo classico principio attivo di base, la diacetilmorfina, elemento derivato dalla reazione tra morfina e anidride acetica, ma anche tagliata con additivi vari, quali altri tipi di oppioidi, droghe artificiali o allucinogeni, nel migliore dei casi, sostanze di scarto altamente tossiche nei peggiori e più frequenti, il che innalza esponenzialmente il pericolo di overdose, se non di assuefazione. Ma conosciamo il metodo impiegato per produrla?
Come viene prodotta l’eroina gialla
Come abbiamo già accennato, l’eroina gialla non è altro che la bianca trattata con meno solventi; è comunque utile fornire qualche informazione in merito al processo per ottenere quest’ultima.
Cominciamo col dire che fino a qualche decennio or sono, i contadini afgani si occupavano della morfina, praticamente la base dell’eroina, ricavandola dalla lavorazione dell’oppio, mentre la raffinazione del prodotto finale veniva effettuata in altri territori, ad esempio in Turchia, in Francia e in Sicilia (come dimostrato dall’azione dei nuclei antinarcotici nazionali e internazionali che hanno provveduto a smantellarne le centrali) il cui compito era di produrre la cosiddetta “brown“, eroina base di grado 3 , da non confondere con la più famosa, o famigerata, “brown sugar”, la cui scarsa solubilità in acqua costringeva gli eroinomani a usare metodi alternativi per la sua preparazione all’assunzione ( cucchiaino, accendino e limone).
In un secondo momento, viste le difficoltà a raggiungere il mercato europeo da parte dell’eroina bianca prodotta nel triangolo d’oro ( Myanmar, allora Birmania, Laos e Thailandia ), arrivava quella prodotta in Afghanistan e spacciata con il nome fuorviante di “bianca tailandese” ma che, con quella Nazione, non aveva nulla a che spartire.
Ed ecco che arriviamo alla protagonista di questo articolo: dal momento che per produrre la grado 3 e la grado 4 , quella pura già pronta per essere iniettata, occorre il connubio tra esperte maestranze o chimici competenti e solventi di alta qualità, la cui manipolazione e utilizzo implicano grande pericolo di avvelenamento degli addetti, infiammabilità ed esplosione, l’assenza di questi elementi determina la bassa purezza della sostanza (intorno al 60-70%) che viene chiamata “piscio di gatto” (altro nome con il quale è conosciuta la famigerata eroina gialla) tenendo presente che la stessa, nel caso del tipo bianco, è di circa il 74% e viene immessa sul mercato senza alcuna modifica in quanto considerate pura.
Il processo posto in essere in Afghanistan per la produzione a buon mercato, da qui i bassi prezzi al dettaglio, dell’eroina cloridrato è tanto semplice quanto rudimentale: si parte dall’oppio grezzo e, trattandolo nella prima fase con calce viva, cloruro di ammonio e, nelle fasi seguenti, con anidride acetica, acido cloridrico, ammoniaca e acetone, si arriva alla sostanza base. Poi, a causa della scarsità delle sostanze chimiche deputate al lavaggio e allo sbiancamento, sarà ottenuta l’eroina gialla.
Potenza e pericolosità dell’eroina gialla
Parlando in modo specifico dell’effetto che questo stupefacente ha sul tossicodipendente, in effetti l’eroina gialla può essere considerata, se non un nuovo tipo di droga, una versione leggermente ed in modo accidentale più potente della bianca di grado 3; infatti, pur essendo in ogni caso cloridrato di eroina, in ogni caso più forte dell’eroina base non lavata a sufficienza per mancanza, come abbiamo più volte accennato, dei solventi adeguati, è la presenza di un elemento denominato 6-MAM (6-monoacetilmorfina), che essendo un prodotto della metabolizzazione dello stesso stupefacente, ne aumenta l’impatto sul sistema neurale, in primis sul cervello.
In tal modo, le conseguenze derivanti dalla sua assunzione, l’effetto di alterazione e della percezione della realtà tipico dello stupefacente, vengono amplificate, facendo pensare a un aumento della quantità di principio attivo della droga in questione, ed ecco perché nell’immaginario collettivo l’eroina gialla ha preso le sembianze di sostanza psicotropa dalla quale derivano la maggior parte dei decessi per overdose, sensazione appoggiata dalla grande eco che essa sta avendo, grazie ai mass media, negli ultimi anni.
Ciò che incide in maniera notevole sulla percentuale suddetta è anche la facilità con la quale il tossicodipendente può venirne in possesso, oltre al fatto che la si può, a prezzi relativamente bassi, acquistare anche su internet, insieme alla pericolosità delle sostanze con cui viene tagliata.