La teoria di Eysenck sulla personalità

La teoria di Eysenck sulla personalità

Eysenck fu uno psicologo tedesco, che in seguito acquisì la cittadinanza britannica e studiò la personalità con un approccio biologico, ovvero egli sviluppa un modello sperimentale che enfatizza la biologia dei tratti della personalità.

La teoria di Eysenck parte dalle strutture fisiologiche per spiegare le differenze individuali della personalità.




Secondo la sua teoria i comportamenti e gli schemi di reazione degli individui possiedono una determinazione biologica, cioè dipendono dal funzionamento interno dell’organismo a livello fisiologico del singolo individuo. Secondo Eysenck la genetica diventa la determinante prossimale delle strutture fisiologiche, le quali sono gli elementi causali più vicini dei nostri comportamenti.

Quindi il processo di studio che mette in atto è: osservazione delle differenze nelle strutture fisiologiche tra individui per valutare se queste persone abbiano differenti tratti della personalità.

Hans Eysenck

Partendo dalle differenze nelle strutture fisiologiche, cerca di determinare come possano variare i tratti da individuo a individuo, in questo modo elabora delle ipotesi, che poi vanno verificate sperimentalmente.

Eysenck analizza 3 tratti in particolare, i quali rappresentano le dimensioni fondamentali della personalità di ciascun individuo, il MODELLO PEN:

  1. PSICOTICISMO (P)
  2. ESTROVERSIONE (E)
  3. NEVROTICISMO (N)

  1. Il grado di psicoticismo riflette il livello di propensione a mettere in atto condotte impulsive, aggressive o di bassa empatia. Le persone con un elevato livello di psicoticismo generalmente sono insensibili, inumane, antisociali, violente, aggressive, tendono a violare le norme sociali e compiere comportamenti irresponsabili… In questi casi abbiamo a che fare con alcuni disturbi mentali, come la psicosi appunto.
  2. Per l’estroversione possiamo trovare le due situazioni diametralmente opposte, ovvero estroversione e introversione. Le persone più estroverse secondo Eysenck sono quelle più socievoli, impulsive disinibite, vitali, ottimiste e con maggior acutezza di ingegno. Gli introversi invece dimostrano più tranquillità, passività, riflessività, minor socievolezza e maggior pessimismo. Per quanto riguarda questa dimensione, il fattore determinante che orienta la personalità di un individuo più verso un polo che l’altro è il livello di eccitazione corticale. Il ragionamento che Eysenck fa per l’estroversione è il seguente: Le persone possiedono diversi livelli di attività corticale (la struttura fisiologica è sempre il primo passo). Se io sono un individuo che ha un basso livello di attività corticale, cerco di innalzarlo e per farlo ricerco diverse stimolazioni (visive, uditive, tattili…). Quindi dal punto di vista comportamentale potrei essere una persona che ricerca condizioni di festa, gente, folla, luci, ecc… e risultare quindi una persona estroversa. Se invece sono un individuo con un alto livello di attività corticale, non cerco di innalzarlo ulteriormente, quindi evito di ritrovarmi in contesti che sovrastimolerebbero i miei livelli di attività corticale e prediligo ambienti dove non c’è troppa confusione, rumore, luci, gente… e di conseguenza risulterò una persona meno estroversa.
  3. Per nevroticismo Eysenck intende il livello di stabilità emotiva. Questo tratto spiega perché alcune persone siano più propense di altre a soffrire d’ansia, isteria, depressione, stress, ossessione, ecc.. in certe situazioni. Gli individui più instabili emotivamente tendono a reagire in modo esagerato alle situazioni per loro destabilizzanti (anche a quelle che sono relativamente insignificanti), sono meno capaci di regolare le emozioni e hanno difficoltà a tornare a un normale livello di attivazione emotiva; mentre quelli più stabili sono più calmi, imparziali e hanno un maggiore autocontrollo emotivo.



Psicoticismo, estroversione e nevroticismo rappresentano le caratteristiche essenziali e basilari della personalità, le quali forniscono le basi per un classificazione differenziale degli individui. A questo scopo Eysenck elaborò un questionario, in due differenti versioni: il Maudseley Personality Inventory e l’ Eysenck Personality Inventory (EPI).

Eysenck distingue tra genotipo e fenotipo, e considera le differenze fenotipiche interindividuali come il risultato sommativo di più fattori: della base biologica, delle caratteristiche ambientali e degli strumenti di misurazione (perché a seconda dello strumento utilizzato si potrebbero ricavare profili diversi).

La base biologica rappresenta una predisposizione, ma la predisposizione non è deterministica, perché la personalità e i comportamenti della persona sono la risultante di più elementi.

Nella sua teoria della personalità Eysenck descrisse anche quella che è la struttura della personalità.

Eysenck considera la personalità organizzata in 4 livelli gerarchici:

  • alla base: si trovano le risposte specifiche e occasionali, quelle che non hanno carattere di stabilità e non sono necessariamente indicatori di personalità.
  • a un secondo livello: vi sono le risposte abituali, le risposte ricorrenti, quelle che si verificano con maggiore frequenza e tendono a ripetersi in circostanze simili.
  • a un terzo livello: si trovano i tratti, ovvero delle predisposizioni a manifestare alcuni comportamenti in modo regolare, tipiche di quel determinato individuo.
  • in cima alla piramide: si trovano i 3 super-fattori, ovvero i 3 tratti fondamentali di psicoticismo, estroversione e nevroticismo.

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