Dagli Hippy agli Hiuppy: i derivati semi-sintetici della mescalina
Articolo di Stefano Canali su Psicoattivo
Tra gli altri allucinogeni di origine naturale, la mescalina è sicuramente la sostanza meno attiva. Negli anni ’60, l’interesse sorto in ambito psichiatrico intorno alla mescalina, diede un forte impulso alle ricerche chimiche e farmacologiche tese a potenziare gli effetti del principio attivo del peyote. Nascevano così le metossiamfetamine.
Le prime metossiamfetamine hanno conosciuto una grandissima diffusione nel movimento hippy, soprattutto per quelli che si trovavano nel centro mondiale della produzione di nuove sostanze psicoattive e dell’esplorazione dei loro effetti, San Francisco. Una tra queste, la 2,5-Dimetossi-4-metilamfetamina (DOM), cento volte più potente della mescalina, era stata soprannominata STP, abbreviazione di serenità, tranquillità, pace, ma anche chiaro riferimento ad un noto additivo della benzina usato per dare più potenza al motore.
Nel corso degli anni Ottanta, il tramonto della cultura psichedelica hippy e l’avvento di quella efficientistica e più “effimera” degli hiuppies determinò il declino delle sostanze allucinogene. La trasformazione del mercato delle sostanze psicotrope impose così alla ricerca chimica la produzione di droghe capaci di aumentare la vigilanza e la consapevolezza del sé senza produrre effetti psicotici e distorsioni percettive. La più tristemente famosa di queste sostanze è l’MDMA, nota come ecstasy. Una droga che raggiunse il massimo della popolarità negli anni Ottanta. L’ectasy è così diventata una sostanza molto usata tra i fruitori del divertimento notturno, tra rave e discoteche, perché conferisce euforia e possiede una potente azione eccitante. Al suo uso non sarebbe disgiunta la drammatica crescita della mortalità sulle strade del sabato sera.
Articolo di Stefano Canali su Psicoattivo