Ruminazione e rimuginazione

Ruminazione e rimuginazione sono due tipologie di pensiero ripetitivo negativo, sono due processi cognitivi distinti che però vengono frequentemente confusi tra loro.

Il pensiero ripetitivo negativo è un termine ombrello che include diverse forme di pensiero automatico negativo persistente, tra cui anche rimuginazione e ruminazione. Questo tipo di pensiero è caratterizzato dalla focalizzazione su contenuti negativi, spesso in modo involontario, che può diventare un’abitudine mentale dannosa e contribuire allo sviluppo o al mantenimento di disturbi psicologici.




Il pensiero ripetitivo negativo è un tipo di pensiero:

  • Ricorrente, ciclico, persistente
  • Con contenuto e valenza affettiva negativa
  • Involontario, intrusivo e difficile da controllare
  • Dispendioso in termini di tempo e soprattutto di risorse cognitive

Vediamo ora la differenza tra il processo di ruminazione e di rimuginazione.

La ruminazione è un tipo di pensiero ripetitivo negativo centrato sugli eventi passati, sui propri fallimenti, sui propri sentimenti negativi, debolezze, ecc.. senza però cercare una soluzione o una via di uscita. Questo processo porta ad un’auto-riflessione eccessiva, che risulta controproducente. Il vissuto tipico è di autosvalutazione. La ruminazione può riguardare il senso di colpa, il fallimento, la perdita o altre esperienze negative.  Questa caratteristica è presente in diversi disturbi clinici, primo tra tutti il disturbo depressivo maggiore. La ruminazione, infatti, è sia un sintomo molto frequente, che un fattore di rischio della depressione. Questa forma di pensiero ripetitivo negativo è presente anche nel disturbo di ansia generalizzata, disturbo post traumatico da stress, insonnia…

La ruminazione può essere misurata attraverso alcuni questionari, tra cui il Ruminative Responses Scale (RRS, Nolen-Hoeksema & Morrow, 1991; versione italiana a cura di Palmieri et al., 2007), le cui sottoscale sono:

  • Brooding: valuta quanto il soggetto pensi alle cose del passato con un vissuto di autosvalutazione; è una scala disadattiva
  • Depression: valuta quanto il soggetto si senta passivo e demotivato; è una scala disadattiva
  • Reflection: valuta quanto il soggetto utilizzi il pensiero ripetitivo per cercare di capire la fonte del mio malessere, metacognizione positiva; è una scala più adattiva e utile

La rimuginazione o rimuginio o worrying (preoccupazione) è un pensiero ripetitivo negativo centrato invece su eventi futuri incerti, percepiti come pericolosi. Infatti, il vissuto tipico di chi sperimenta rimuginazione è di paura o minaccia. Quando una persona rimugina, tende a concentrarsi su possibili scenari futuri, anticipando esiti negativi e cercando di prepararsi per evitarli. Questo tipo di pensiero può diventare ciclico e difficile da interrompere, portando a uno stato costante di allerta e tensione. Questo forma di pensiero ripetitivo negativo è tipicamente presente nei disturbi d’ ansia (come il disturbo di ansia generalizzata, il disturbo di ansia sociale, le fobie…), ma anche ad esempio nel disturbo depressivo maggiore e nei disturbi del comportamento alimentare.

Per misurare il rimuginio è possibile utilizzare vari strumenti, tra cui ad esempio il Penn-State Worry Questionnaire (PSWQ, Meyer et al., 1990; versione italiana a cura di Morani et al., 1999). Questo questionario è costituito da 16 item self-report, in cui viene chiesto il grado di accordo/disaccordo, su una scala a 5 punti, con 16 affermazioni, le quali permettono di misurare i tratti di rimuginazione o preoccupazione in soggetti adulti.



Altre forme di pensiero ripetitivo negativo comunemente presenti in determinati disturbi sono:

  • Ossessioni: nei disturbi ossessivi compulsivi
  • Ricordi intrusivi: nei traumi e nel disturbo post traumatico da stress
  • Elaborazione post-evento: nel disturbo d’ansia sociale
  • Deliri: nei disturbi dello spettro schizofrenico e in disturbi d’umore gravi
  • Disturbi pervasivi legati al bisogno di assumere sostanze o attuare certi comportamenti: nelle dipendenze e nei disturbi del comportamento alimentare

Ci si interroga ancora su quanto queste tipologie di pensiero ripetitivo negativo siano comuni e quanto differiscano. In altri termini, ci si domanda se esse riflettano tutte uno stesso processo che assume poi connotazioni disturbo-specifiche o se invece si tratta di processi differenti, sottesi da funzioni cognitive specifiche.

Sono state svolte alcune ricerche in merito, in particolare ruminazione e rimuginazione sono le due tipologie più studiate. Esse condividono molti aspetti anche processuali: ad esempio sembrano essere sottese dagli stessi meccanismi inibitori sottostanti, sono di natura più verbale che non immaginativa, sono correlate a simili credenze metacognitive (cioè sono entrambe ritenute inizialmente utili per l’adattamento individuale, ma in seguito riconosciute come incontrollabili e pericolose per la salute mentale).

Altre forme di pensiero ripetitivo a contenuto negativo invece (es. ossessioni nei DOC, ricordi intrusivi nel PTSD) sembrano differenziarsi dalle prime due per molte caratteristiche: maggiore intrusività, maggiore vividezza sensoriale e concretezza, egodistonicità, e quindi si presume non siano accomunabili con le prime.

Nonostante ciò, va sottolineato che la ricerca in merito è ancora in evoluzione.



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