FAD ECM GRATIS STILEMA NEGAZIONE© Christabel Blackburn, "Ascoltami". ©Christabel Blackburn/Bridgeman Images.

FAD ECM GRATIS : NEGAZIONE . Edito da STILEMA. On line fino al 07/05/2024. Attribuiti 5 crediti ECM a Psicologo Psicoterapeuta, Medico chirurgo, Assistente sanitario, Educatore professionale, Infermiere, Infermiere pediatrico, Tecnico della riabilitazione psichiatrica, Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Terapista occupazionale, Assistente sociale

Significati e valenze del termine “negazione” sono indagati in una molteplicità di ambiti nel corso che Synapsis propone in collaborazione con “doppiozero”. Fissati in primo luogo i parametri linguistici della definizione di negazione, si può spaziare tra le diverse discipline che la contemplano. Dalla storia che affronta il tema sensibile del negazionismo della Shoah, alla psicologia che inquadra l’indifferenza come non riconoscimento dell’altro, proprio della contemporaneità. Un’attenzione particolare è riservata agli usi e alle conseguenze che il “dire di no” assume nella clinica psicoanalitica, così come in medicina si ripercuote sugli esiti della terapia la negazione della soggettività del malato.




PROGRAMMA

Negazionismo
La lezione ripercorre la storia del negazionismo, ovvero l’attività di quegli “pseudostorici” che negano la Shoah come sistematico progetto di sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Dal dopoguerra le loro strategie mediatiche si sono fatte sempre più efficaci, trovando inaspettate connivenze, come documenta l’excursus attraverso date, nomi, fatti salienti. Sino all’attuale pervasione delle teorie negazioniste (e degli 8 assiomi stilati) nella rete, carente su filtri e censure in nome di un presunto ideale libertario. Un problema che le democrazie liberali si trovano sempre più spesso ad affrontare dacché il reato negazionista e le leggi anti negazionismo non riguardano ormai soltanto la memoria della Shoah.


Negare affermare

La negazione è indagata anche da un punto di vista linguistico in una lezione che anche attraverso intermittenze e divagazioni (letterarie o cinematografiche) aiuta a comprendere come si formi la negazione ma anche il suo contrario, l’affermazione. Con esempi di avverbi, congiunzioni, prefissi, si fissano i due usi della negazione, proibitiva e dichiarativa: in tempi di confusione e smarrimento una forma di conoscenza da tenere stretta. Il contesto è quello di una lingua viva, in evoluzione, con grammatiche aggiornate periodicamente da linguisti non intolleranti. Se non quando le ambiguità nell’uso impediscono la funzione primaria della lingua, ovvero la comprensione.




Dire di no in psicoanalisi

La lezione affronta il tema cruciale per la psicoanalisi della “negazione”, descrivendolo nelle varie forme in cui si esprime nella clinica e confrontandolo con gli apporti della filosofia, della linguistica e della letteratura. Ne risulta una trattazione esauriente sui no del setting: quelli dell’analista verso di sé e verso l’analizzante e quelli del paziente che dice e non dice, che forse dirà e imparerà a dire i no in alternanza dialettica con i sì: il no dunque non solo proibitivo e di rinforzo alla rimozione, ma anche formativo e creativo, il no emancipatorio dei pazienti che rifiutano le illusorie idealizzazioni di perfezione della vita, nella consapevolezza della propria finitudine e nell’accettazione del dolore e della morte.


Negare il malato

Valerio Miselli, medico umanista, propone la “medicina narrativa” come metodo di ascolto delle storie dei pazienti, per dare loro dignità e includerli come soggetti attivi nel percorso diagnostico e clinico. In nome dell’oggettivazione del corpo sofferente, la medicina si è via via spersonalizzata e il valore comunicativo del linguaggio si è perduto. Nel 1995 l’obbligo del consenso informato ha rivoluzionato l’etica professionale del medico e il suo rapporto col paziente. Ma è la persona più che la malattia, tanto acuta quanto cronica, a dover tornare al centro dell’attenzione. Laddove le storie, orali e ancor più scritte, di chi incontra la malattia quale rottura biografica diventano per il clinico un tesoro cui attingere.

Dire di no
L’intervento di Ugo Morelli, incentrato sul tema dell’indifferenza come negazione, non riconoscimento dell’altro, affronta le numerose implicazioni sul piano individuale e collettivo proprie della nostra contemporaneità: lo svuotamento del legame sociale e del senso di appartenenza, la distorsione del rapporto tra esperienza reale, dimensione simbolica e immaginario. Oggi la codificazione, la mercificazione e la standardizzazione di ogni momento della vita hanno prodotto una “crisi della presenza”, una crisi delle società tradizionali, “il non più e il non ancora”, come furono definite rispettivamente da Ernesto De Martino, Pier Paolo Pasolini e Antonio Gramsci. Quali le contromisure da adottare e quali le risorse da mettere in campo per superare la crisi relazionale in atto? Morelli individua nel “legame estetico” un diverso sentire per creare un nuovo rapporto con gli altri e con la natura ed approdare ad una nuova vivibilità. 

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