bisogni educativi speciali

I Bisogni Educativi Speciali (BES)

La sigla BES (Bisogni Educativi Speciali) si riferisce a delle necessità educative che alcuni studenti ed alunni possono avere. Si tratta di particolari esigenze, di natura temporanea o permanente, che possono rendere più difficile il percorso scolastico di tali individui.




Cosa sono i bisogni educativi speciali (BES)

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR) distingue i Bisogni Educativi Speciali in tre diverse categorie:

  • disabilità (esempio: patologie generiche, patologie che riguardano la sfera sensoriale o cognitiva);
  • disturbi evolutivi specifici (esempio: DSA, ADHD, deficit di linguaggio, motorio o delle attività non verbali);
  • condizioni riconducibili a svantaggi socioeconomici, culturali e linguistici (esempio: mancanza di conoscenza della lingua e della cultura italiana).

Il MIUR ha confermato che è possibile ritenere in ambito BES anche gli alunni e gli studenti ad alto potenziale intellettivo (plusdotati).

Riconoscere i BES è compito della scuola

I BES non sono certificabili, in quanto non appartengono a una tipologia clinica. Non c’è alcuna diagnosi di BES né tantomeno esiste un codice nosografico identificativo. Eppure i Bisogni Educativi Speciali di uno studente possono avere origine da disturbi o situazioni certificabili. In particolare:

  • DSA (L. 170/2010);
  • disabilità (L. 104/1992);
  • disturbi catalogati come il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) e l’ICD (International Statistical Classification of Diseases).

Gli studenti vengono riconosciuti BES nel momento in cui il loro apprendimento risulti così difficile da richiedere una didattica personalizzata.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con nota protocollo n. 2563 del 22 novembre 2013, ha chiarito come le istituzioni scolastiche non abbiano il compito di certificare gli alunni BES, bensì di riconoscere gli studenti per i quali adottare specifiche strategie didattiche.

Perciò è compito della scuola riconoscere gli individui con BES in base a valutazioni di carattere pedagogico o didattico oppure su segnalazione del clinico, e individuare le strategie didattiche da intraprendere.

bisogni educativi speciali BES

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Differenza tra BES e DSA

La sigla DSA si riferisce invece ai Disturbi Specifici di Apprendimento. Rientrano tra questi disturbi la disortografia (difficoltà nell’acquisire o nell’utilizzo delle regole ortografiche), la dislessia (difficoltà nella comprensione o lettura del testo), la discalculia (difficoltà nelle attività matematiche) e la disgrafia (difficoltà nell’eseguire i gesti grafici).

Spesso tra Bisogni Educativi Speciali e Disturbi Specifici di Apprendimento si genera confusione perché in molti pensano si tratti della stessa cosa. In realtà è sbagliato, in quanto dei BES fanno parte diverse categorie di individui. Semplificando il concetto è possibile affermare che ogni alunno con DSA è anche un alunno con BES, mentre non tutti gli alunni con BES presentano Disturbi Specifici di Apprendimento. Tale differenza nasce dal fatto che un BES può essere generato da diverse situazioni.

Un’altra distinzione tra BES e DSA interessa le norme che li disciplinano nei contesti scolastici e l’esigenza o meno del rilascio di una diagnosi. Al contrario di un BES, un DSA necessita infatti di una diagnosi. Un DSA può essere quindi certificato attraverso un determinato codice nosografico.

Inoltre, nelle ipotesi di alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento le istituzioni scolastiche sono tenute alla redazione del Piano Didattico Personalizzato, mentre nei casi di alunni con BES formalizzare una didattica personalizzata rientra nella discrezionalità delle insegnanti.

Poi mentre per gli studenti con DSA il Piano Didattico Personalizzato ha una durata pluriennale, per gli studenti con BES la durata del PDP è limitata allo specifico anno scolastico.



Normativa di riferimento

Dal 2012, con una disposizione ministeriale, è stata introdotta l’opportunità di personalizzare l’apprendimento anche per i BES. Prima di quell’anno, tale possibilità era stabilita soltanto per gli studenti DSA (L. 170/2010) e per gli studenti con disabilità (L. 104/1002). Tutti gli altri ragazzi con la necessità di accorgimenti specifici restavano fuori dalle disposizioni di legge.

La norma BES stabilisce che gli studenti con Bisogni Educativi Speciali non garantiti dalle altre disposizioni normative, quelli cioè senza disabilità o Disturbi Specifici di Apprendimento, possano fruire delle misure compensative stabilite per gli alunni con DSA.

In pratica, vista l’assenza di diagnosi per gli alunni con BES, saranno le istituzioni scolastiche a determinare se i disturbi mostrati dagli alunni sono tali da adottare delle didattiche personalizzate e se redigere i PDP.

Gli apprendimenti personalizzati prevedono obiettivi differenti per ogni alunno, per consentire a ognuno lo sviluppo delle sue potenzialità e promuovere così il proprio percorso formativo. Nel momento in cui un insegnante adotta un apprendimento personalizzato concentra l’attenzione sulle diversità individuali e utilizza metodologie in linea con le caratteristiche di ciascun alunno, una strategia per permettere all’intera classe di raggiungere un comune obiettivo.

L’introduzione del Piano Didattico Personalizzato ha quindi permesso agli alunni con BES di essere nelle migliori condizioni di apprendimento attraverso specifiche misure compensative.

Didattica inclusiva a scuola

Il riconoscimento del concetto di alunno con BES è stato importante, in quanto permette di sviluppare nei contesti scolastici situazioni agevolanti per l’apprendimento. Per una didattica inclusiva, l’introduzione della norma sugli alunni con BES è da ritenere essenziale per la scuola italiana. Il segnale evidente della volontà di realizzare ambienti di apprendimenti più inclusivi e di puntare su una scuola sempre più attenta alle potenzialità di ogni singolo alunno.

Obiettivi che responsabilizzano ancora di più gli insegnanti, ma che parallelamente restituiscono agli stessi una certa autonomia attraverso la valutazione dei percorsi didattici da adottare nei riguardi degli studenti in situazioni particolarmente difficili.

Per gli alunni la didattica inclusiva è una vera e propria tutela perché garantisce loro un supporto adeguato nel momento di reale bisogno.

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